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Glifosato: l’EFSA insabbia uno studio su consiglio degli USA?

Un funzionario dell’Agenzia USA per l’ambiente e troppo vicino alla Monsanto avrebbe fatto insabbiare all’UE una ricerca sul cancro da glifosato

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Le dubbie relazioni (e le scelte) di chi in Europa valuta il glifosato

 

(Rinnovabili.it) – Più si parla di glifosato e cancro, più si addensano le ombre sull’EFSA, l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare che lo ha ritenuto sicuro nel 2015 smentendo il parere dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC). Secondo una notizia pubblicata in esclusiva dal Guardian, l’agenzia UE avrebbe seppellito in un cassetto uno studio che legava il famoso erbicida venduto da Monsanto ai tumori dietro consiglio di un funzionario dell’EPA, l’agenzia statunitense di protezione ambientale che aveva presunti legami con la multinazionale.

Lo scandalo della scienza prezzolata sembra dunque muoversi su un asse euroamericano, che vede in Jess Rowlands un personaggio chiave di questa intricata vicenda. Rowlands è l’ex capo del Comitato dell’EPA che si occupa della revisione delle valutazioni sul cancro (CARC),  è invischiato in una ventina di processi e secondo le carte avrebbe dichiarato alla Monsanto che si sarebbe speso anima e corpo per bloccare un’inchiesta del governo USA sul glifosato nell’aprile 2015, poco dopo il parere della IARC. Il contenuto di alcune e-mail pubblicato dal Guardian lascia pochi dubbi: Rowlands sembra essere il cavallo di Troia di Monsanto all’interno dell’Agenzia statunitense per l’ambiente, tanto che la sua prossima pensione preoccupava i funzionari della multinazionale.

 

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Nel settembre 2015, l’esperto avrebbe partecipato come osservatore ad una teleconferenza con l’EFSA. Qualche settimana dopo, l’Agenzia europea ha adottato un argomento utilizzato da Rowlands per respingere una ricerca del 2001 che evidenziava un nesso causale tra cancro e glifosato. La sua presenza alla teleconferenza è stata confermata dallo stesso capo dell’unità pesticidi dell’EFSA, Jose Tarazona.

Monsanto ha risposto che «utilizzare una e-mail fuori contesto non cambia il fatto che l’EPA e le autorità di regolamentazione in tutto il mondo abbiano concluso che è improbabile che il glifosato presenti un rischio cancerogeno per l’uomo».

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