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Emissioni: il fondo norvegese inquina il doppio del paese intero

Con 945 miliardi di dollari di risorse, è il fondo sovrano più grande del mondo. Le sue emissioni superano di gran lunga quelle dello stato

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Calcolate le emissioni del fondo sovrano più grande del mondo

 

(Rinnovabili.it) – Il fondo sovrano norvegese vale quasi mille miliardi di dollari, e detiene partecipazioni in società responsabili di una quota di emissioni inquinanti pari a 90-100 milioni di tonnellate di CO2. Praticamente il doppio di quanto l’intero paese emette in un anno.

Lo ha dichiarato il suo stesso amministratore delegato, Yngve Slyngstad. I fondi sovrani investono a livello globale, e la maggior parte è finanziata dai ricavi delle esportazioni di materie prime o da riserve valutarie detenute dalla banca centrale.

Il fondo norvegese è il più grande del mondo, con risorse pari a 945 miliardi di dollari. Investe in quasi 9 mila aziende di tutto il pianeta, e complessivamente possiede l’1,3% di tutte le azioni quotate, ma anche obbligazioni e immobili.

 

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Il Parlamento norvegese ha chiesto al suo amministratore delegato di dotare il fondo di una strategia per combattere il cambiamento climatico, vendendo tutti gli asset legati ad attività inquinanti o entrando in comunicazione con le società più “sporche” per spingerle ad abbandonare le pratiche meno amiche dell’ambiente.

La prima cosa da fare è stata calcolare quante sono le emissioni legate agli investimenti del fondo sovrano norvegese, e il CEO ha reso pubbliche le informazioni ieri dopo due anni di lavoro. Si tratterebbe di una quota inferiore ai 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica, quasi due volte le 53,9 milioni di tonnellate emesse direttamente dal paese nel 2015.

Nel maggio di quell’anno, il fondo aveva promesso che avrebbe abbandonato tutti gli investimenti nel carbone, una dichiarazione che ha fatto il giro del mondo incontrando il favore degli ambientalisti.

Nel frattempo, l’anno scorso il paese si è distinto per le politiche avanzatissime nel settore della nautica sostenibile, della ciclabilità e della mobilità elettrica. D’altro canto, però, non ha rinunciato alle trivellazioni in Artico, pericolosa pratica dagli effetti non trascurabili anche in termini di cambiamento climatico.