I deputati delle Commissioni Ambiente e Affari esterni chiedono a Bruxelles e Stati membri di proteggere la regione artica. E non solo dai rischi climatici
(Rinnovabili.it) – L’importanza geopolitica dell’Artico sta crescendo. Con la progressiva fusione dei ghiacci, l’apertura di nuove rotte commerciali e l’aumentata concorrenza per le risorse naturali stanno determinando nuovi rischi per la regione sul fronte ambientale e della sicurezza.
In questo contesto di piena evoluzione, l’Unione Europea dovrebbe parlare con una sola voce e spingere per mantenere l’Artico “zona di cooperazione”. È quanto affermano gli eurodeputati delle Commissioni Ambiente e Affari Esteri. I parlamentari europei hanno votato ieri una risoluzione con cui chiedono all’Unione di impostare una “forte politica” sulla questione.
Spiega Sirpa Pietikäinen (PPE, FI) coautrice della relazione votata in aula: “Noi siamo strettamente legati a rapidi cambiamenti climatici nella regione: da un lato, siamo influenzati dalle variazioni delle condizioni climatiche e di vita causate dalla fusione dei ghiacci, dall’altro, siamo tra i maggiori responsabili dell’emissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera artica”.
Nella risoluzione, adottata con 111 voti favorevoli, otto contrari e un’astensione, i deputati sottolineano come il ghiaccio marino artico sia diminuito in modo significativo dal 1981, minacciando di rilasciare enormi quantità di anidride carbonica e metano nell’atmosfera. Nello stesso tempo, la fusione contribuisce ad innalzare il livello globale dei mari.
Il volume di ghiaccio marino presente durante l’estate è diminuito di oltre il 40% in 35 anni, e le dinamiche dei cambiamenti ad esso associati e gli effetti sull’ecosistema sono ancora del tutto imprevedibili. Ecco perché i parlamentari chiedono a Commissione Europea e Stati Membri di adoperarsi per vietare l’uso di olio combustibile pesante (HFO) nel trasporto marittimo, attraverso la convenzione MARPOL. E nel caso in cui ciò non risulti fattibile, di adottare misure per vietare gli HFO a tutte le navi che approdano nei porti comunitari.
Ma le preoccupazioni non sono rivolte solo sulla salute dell’Artico. È lo stesso relatore Urmas Paet (ALDE, ET) a centrare il punto focale della risoluzione: “L’Artico è stata a lungo una zona di cooperazione internazionale costruttiva. Vogliamo continuare in questo modo, evitando la militarizzazione della regione”. L’aumento delle forze militari russe nella regione, così come “la costruzione e la riapertura di basi e la creazione di un distretto militare artico della Russia”, fa suonare parecchi campanelli d’allarme. E spinge i deputati a fare pressione perché l’Unione Europea si impegni a mantenere l’Artico zona a bassa tensione. La risoluzione sarà messa ai voti in plenaria il 2 marzo.