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Dal MIT le celle solari che si auto-riparano

Creando artificialmente cloroplasti sintetici un gruppo di ricercatori statunitensi sta provando a dare vita a dispositivi fotovoltaici in grado di auto-rigenerarsi dai danni dei raggi solari

(Rinnovabili.it) – E’ un dato di fatto che le piante rappresentino dei modelli insuperabili ed estremamente efficienti di convertitori di luce in energia. Non meraviglia dunque che i ricercatori stiano costantemente tentando di imitare i trucchi che milioni di anni di evoluzione e sviluppo hanno insegnato alla biologia vegetale. Ora, un team di scienziati del MIT è convinto di essere riuscito nell’impresa, sintetizzando in laboratorio un cloroplasto (l’organulo in cui si svolge il processo della fotosintesi) capace di auto assemblarsi e di essere scomposto e ricomposto più volte ripristinando le celle fotovoltaiche danneggiate dal sole. I raggi luminosi esercitano, infatti, sulle foglie come sui dispositivi solari anche un ruolo negativo determinando una progressiva fotodegradazione che nel caso dei vegetali però è controbilanciata dalla capacità delle cellule di rinnovare rapidamente i propri componenti.
Questo veloce meccanismo di riparazione permette alle piante di sfruttare appieno l’energia del sole senza perdere efficienza con il tempo. Per ricreare questa capacità unica, il team del MIT ha realizzato una nuova serie di molecole auto-assemblanti. Il sistema contiene sette diversi composti, tra cui i nanotubi di carbonio che forniscono la struttura e fosfolipidi sintetici per un ulteriore sostegno.
In determinate condizioni, i composti si assemblano in strutture uniformi, ideali per la raccolta dell’energia solare. Ma in presenza di un tensioattivo (simile al materiale usato per disperdere l’olio durante fuoriuscite di petrolio) le strutture si separano nei loro componenti per ricostruire il composto originale una volta rimosso il surfattante, riparando eventuali danni presenti.

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