Rinnovabili • Ucciso Isidro Baldenegro, attivista contro la deforestazione

Ucciso Isidro Baldenegro, attivista contro la deforestazione

Difendeva da decenni le selve della Sierra Madre guidando la lotta del popolo indigeno Tarahumara. Nel 2005 aveva vinto il premio Goldman, proprio come l'attivista honduregna Berta Càceres

Ucciso Isidro Baldenegro, attivista contro la deforestazione

 

(Rinnovabili.it) – Isidro Baldenegro López è stato ucciso a colpi di pistola domenica scorsa. L’attivista ambientale messicano ha speso la sua vita a difendere le selve della Sierra Madre guidando la lotta del popolo indigeno Tarahumara, scontrandosi con chi ha interessi nella deforestazione e con i potenti cartelli della droga locali. Il suo impegno gli era valso nel 2005 il Goldman Environmental Prize, il “Nobel dell’ambiente”: lo stesso riconoscimento accordato a Berta Càceres, attivista honduregna uccisa nel marzo scorso.

Oggi il volto di Berta Càceres appare ad ogni manifestazione, la sua vita ispira le lotte di movimenti in tutto il continente. È un modo per ricordarla, ma soprattutto per farsi forza: non è facile difendere l’ambiente e i diritti dei popoli indigeni in America Latina. Che si tratti di agrobusiness, deforestazione illegale, dighe o terre sventrate dalle miniere, gli interessi economici sono tanti e schiacciano gli attivisti ambientali. Isidro Baldonegro ce l’aveva scritto nella storia della sua famiglia: il padre fu ucciso anch’egli mentre lottava contro la deforestazione sulla Sierra Madre, nel 1986.

 

Ucciso Isidro Baldenegro, attivista contro la deforestazioneDalla sua terra, nello stato di Chihuahua, Isidro Baldenegro se ne era dovuto andare perché aveva ricevuto minacce. Uomini armati erano arrivati per abbattere gli alberi e creare una piantagione di marijuana. Di recente era però tornato al suo paese, Coloradas de la Virgen, per far visita allo zio. Domenica 15 gennaio, nel pomeriggio, è stato ammazzato da sei proiettili. Secondo la autorità incaricate delle indagini, l’assassino sarebbe scappato e non sarebbe chiaro il movente.

Ma il movente è più che chiaro se si scorre la storia delle lotte di Baldenegro. Nel 1993 si mise alla testa di manifestazioni per chiedere al governo di sospendere le licenze per la deforestazione. Poi promosse azioni legali per ottenere un riconoscimento formale del diritto del popolo Tarahumara sulla sua terra ancestrale, che sono rimaste insabbiate nei tribunali per decenni. Nel 2003 fu arrestato con accuse che andavano dal traffico di armi a quello di droga: esattamente ciò che lui ha sempre combattuto. Del suo caso si interessò anche Amnesty International. Scarcerato dopo 15 mesi di prigione, nel 2005 vinse il premio Goldman.

Negli ultimi anni aveva dovuto prendere molte precauzioni, perché le sue terre erano ormai teatro di uno scontro tra bande di uomini armati legati ai cartelli della droga e i militari messicani. Nel caos che domina quelle zone dello stato di Chihuahua non sono stati risparmiati gli attivisti ambientali: solo nel 2016 ne sono stati uccisi 4. Isidro Baldenegro era il loro punto di riferimento. “Una tragica dimostrazione dei molti rischi che affronta chi dedica la propria vita a difendere i diritti umani in America Latina, una delle regioni più pericolose al mondo per gli attivisti”, il commento della presidente di Amnesty per il Sudamerica, Erika Guevara-Rosas.