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Una start up italiana trasforma i grassi in biofuel zero sprechi

SLH è stata premiata (pari merito) come “Startup dell’anno I3P”. La società ha messo a punto una tecnologia di raffinazione che riduce al minimo la biomassa persa nel processo di raffinazione

Una start up italiana trasforma i grassi di scarto in biofuel zero sprechi

 

(Rinnovabili.it) – I3P, l’Incubatore delle Imprese Innovative del Politecnico di Torino ha consegnato stamane i riconoscimenti alle migliori startup italiane che, terminato il percorso di incubazione, si sono distinte per i risultati ottenuti. A ritirare il riconoscimento di “Startup dell’anno I3P”  questo 2016 è SLH (a pari merito a Mediamente Consulting), giovane società attiva nella produzione di biofuel. Nata nel 2013 un progetto accademico post universitario, la SLH si è data come obiettivo quello di sviluppare e mettere a punto di un processo per la produzione di biocarburante a partire da materie prime  di basso costo: i grassi animali e vegetali. E di farlo garantendo la minima percentuale di perdita della biomassa durante il processo. Scommessa vinta dal momento che la tecnologia SLH permette di sfruttare il 99% della massa e di ottenere, anche su dimensioni di impianto contenute, elevata redditività.

 

“Con gli attuali processi di trattamento della materia prima (grasso animale o olio vegetale) – si legge sul sito di I3P – non è possibile trattare sostanze con elevato tenore di acidi grassi liberi (FFA) a costi contenuti; una parte rilevante di della massa (anche fino al 40% e oltre) è del tutto inutilizzabile e abbassa il rendimento del processo rendendolo poco remunerativo se non antieconomico per gli elevati costi di trasporto, stoccaggio e trasformazione ed inoltre per l’impatto dannoso che gli FFA hanno sull’impianto stesso, accelerandone l’usura”.

 

Una start up italiana trasforma i grassi di scarto in biofuel zero sprechi

 

Al contrario il nuovo processo di raffinazione l’elevato tenore iniziale di FFA viene trasformato direttamente in combustibile, utilizzabile nel settore energetico quale fonte di alimentazione di generatori di calore industriali e civili o motori endotermici produttori di energia elettrica o produzione di biodiesel. Il risultato garantisce una minor usura dell’impianto, riducendo le fermate per sostituzione di componenti usurati ed aumentando la produttività in termini di ore anno. L’azienda che ha già realizzato il primo impianto pilota che è attualmente in fase di messa in servizio.