Bangladesh, Maldive e altre 45 nazioni vulnerabili si sono impegnate a trasformarsi entro il 2050 in società a zero emissioni, basate al 100% sulle rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Sono quelli che pagano lo scotto più alto dei cambiamenti climatici, ma anche quelli meno responsabili del riscaldamento globale. Eppure il primo vero impegno presentato alla COP22 di Marrakech arriva proprio da loro, dai Paesi poveri. Nell’ultimo giorno del vertice climatico dell’Unfccc, oltre 45 nazioni, tra le più vulnerabili al mondo agli impatti del climate change, si sono impegnate a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio e a passare rapidamente ad un’alimentazione al 100% di energia rinnovabile.
L’annuncio ha seguito di poco la Proclamazione di Azione di Marrakech, letta ieri sera in seduta plenaria: presentata da quasi 200 Capi di stato e di governo, la dichiarazione in realtà si limita ad affermare il “massimo impegno politico” delle Parti nella lotta climatica, una sorta di un avvertimento, neppure troppo velato, alle minacce del neopresidente USA, Donald Trump, di uscire dall’Accordo di Parigi.
Più concreto è invece il passo compiuto oggi dal gruppo di Paesi poveri, che include Maldive, Costarica, Afghanistan, Bangladesh, Etiopia, Tuvalu, Madagascar e Nepal. La promessa fatta dal palco della ventiduesima COP sui cambiamenti climatici è quella di presentare a breve i piani per divenire società a zero emissioni entro il 2050, società basate sull’uso al 100% di energie rinnovabili.
“Noi sopravvivremo e prospereremo”, hanno affermato i 48 Paesi in una dichiarazione congiunta del Climate Vulnerable Forum (CVF), l’associazione internazionale delle nazioni maggiormente colpite dagli effetti del cambiamento climatico. Il gruppo ha anche espresso l’impegno a sviluppare e presentare NDC aggiornati (i piani nazionali di taglio alle emissioni) prima del 2020, sottolineando però quanto sia ora essenziale un sostegno finanziario da parte dei grandi inquinatori per aiutarli ad attuare misure di mitigazione e di adattamento. “Anche se il nostro contributo è insignificante, l’impatto che il cambiamento climatico ha su di noi è molto alto e siamo qui insieme per garantirci una voce nel nostro futuro”.