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La ricerca italiana sulle rinnovabili è 8° nel mondo

Su 154 Paesi valutati, il lavoro svolto dagli scienziati italiani continua meritarsi un posto nella top ten internazionale. Ma in un anno abbiamo perso due posizioni nella classifica

La ricerca italiana sulle rinnovabili è 8° nel mondo

 

(Rinnovabili.it) – La ricerca scientifica “è il vero motore che ci consentirà, attraverso lo sviluppo tecnologico nel campo delle energie rinnovabili, di raggiungere tutti gli obiettivi di decarbonizzazione. Con queste parole Umberto Di Matteo, Presidente di ISES Italia, introduce i risultati dell’Index Green Paper (IGP), il report curato dall’Osservatorio Nazionale dell’associazione, che fa il punto sulla produzione scientifica in tema di energia pulita.

 

Nel contesto globale, la posizione nazionale mostra un’eccellenza capace di tenere testa a tanti. Messa a confronto con il lavoro svolto in 154 Paesi nel mondo, la ricerca italiana sulle rinnovabili si piazza ad un ottavo posto, dietro a colossi come USA, Cina seconda, Regno Unito (rispettivamente primo, secondo e terzo posto) e davanti a paesi come Australia (9°), Canada (10°), Francia (11°), Spagna (12°). In realtà, seppur dentro una top ten di tutto rispetto, il Belpaese ha perso in un solo anno due posizioni nella classifica globale.

 

L’analisi prodotta dall’IGP mostra come la ricerca italiana abbia perso terreno soprattutto nel numero delle riviste internazionali maggiormente utilizzate dalla comunità scientifica (IGP riv). Si tratta di uno dei tre parametri valutati dall’indice che comprende anche la nazionalità dei ricercatori affiliati alle pubblicazioni (IGP aff), per il quale l’Italia è solo al decimo posto, e l’impatto scientifico in termini di numero di citazioni ricevute e qualità della sede di pubblicazione (IGP cit), in cui ci guadagniamo un ottava posizione.

 

“L’IGP index elaborato dal nostro Osservatorio  – spiega  Di Matteo – è lo strumento che mancava per comprendere definitivamente quanto la ricerca scientifica italiana riesca a essere un’eccellenza nel mondo nonostante il poco sostegno che riceve a livello pubblico, la pesante crisi economica del sistema privato e la conseguente fuga dei cervelli all’estero. La comunità scientifica italiana crede nelle rinnovabili e questa fiducia deve essere recepita dagli organi decisori del nostro Paese. La politica ritorni a considerare le rinnovabili quindi come una risorsa e non come un ostacolo per l’Italia”.