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COP22: un comitato studierà l’impatto sociale del carbonio

E' l'ultimo atto della ministra dell'Ambiente francese Ségolène Royal in qualità di presidente della COP21, prima di passare il testimone al successore lunedì prossimo a Marrakesh

COP22: un comitato studierà l’impatto sociale del carbonio

 

(Rinnovabili.it) – Da lunedì 7 novembre, in parallelo con l’apertura della COP22, inizieranno i lavori di una speciale commissione creata ad hoc per studiare l’impatto sociale del carbonio. L’annuncio è stato dato ieri da Ségolène Royal, la ministra dell’Ambiente francese, in qualità di presidente della COP21. È il suo ultimo atto prima di passare il testimone al nuovo summit mondiale sul clima, da cui ci si aspetta decisioni concrete per rendere efficaci le promesse contenute nell’Accordo di Parigi.

La commissione sarà guidata da due economisti di fama mondiale: il premio Nobel statunitense Joseph Stiglitz, i cui lavori sulla globalizzazione e le disuguaglianze sono noti in tutto il mondo, e l’accademico britannico Nicholas Stern, autore del Rapporto Stern sui cambiamenti climatici uscito ormai 10 anni fa. Il nuovo organismo è inquadrato all’interno della Carbon Pricing Leadership Coalition, la coalizione annunciata l’anno scorso a Parigi di concerto con la Banca Mondiale, diversi paesi e decine di imprese e Ong. Il suo obiettivo è spingere le nazioni a mettere un prezzo sul carbonio e così ridurre le emissioni di CO2, vagliando alternative come la carbon tax, il tetto alle emissioni e il contributo climatico su beni e servizi.

 

Il lavoro di Stiglitz e Stern ha come obiettivo quello di integrare considerazioni di carattere sociale all’interno dei più aridi dati economici. Ovviamente quantificandoli. Bisognerà quindi “identificare un corridoio di valori di riferimento del costo sociale del carbonio – spiega Royal in un comunicato – che rappresenti i benefici globali per ciascuna tonnellata di CO2 evitata, tenendo anche conto dei rischi climatici”.

I risultati della commissione – che saranno presentati ad aprile 2017 – potranno essere usati come punti di riferimento per sbrogliare uno dei nodi più intricati dell’Accordo di Parigi, su cui anche la COP22 è chiamata a impegnarsi: quello dei finanziamenti climatici. In particolare, il lavoro dei due economisti servirà per identificare le tipologie di progetti da finanziare in via prioritaria nell’ambito della lotta ai cambiamenti climatici.