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Usa: nella corsa alle rinnovabili la Cina è “concorrente sleale”

Un gruppo di 180 legislatori americani sta facendo pressione sul presidente Obama affinché vengano presi provvedimenti per arginare quelle che vengono considerate come azioni di “concorrenza sleale” da parte della Cina per dominare il panorama mondiale della produzione di energie rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Ora che il mercato cinese delle rinnovabili si fa decisamente più interessante e che gli Stati Uniti rischiano di non salire sul treno giusto per sfruttare l’enorme capitale messo a disposizione dagli investitori, gli Usa alzano la voce. Quello che si pensava potesse essere solo un invito alla prudenza si è trasformato in una vera e propria azione di pressione nei confronti del Presidente Barak Obama chiamato a prendere provvedimenti incisivi contro la “concorrenza sleale” della Cina sempre più impegnata nella produzione di energia rinnovabile. A testate l’appetibilità del mercato cinese per gli investitori erano stati i _Renewable Energy Country Attractiveness Indices,_ gli indici elaborati solo qualche settimana fa da _Ernst & Young_ secondo i quali la Cina avrebbe “sorpassato gli Stati Uniti”:https://www.rinnovabili.it/la-cina-sorpassa-gli-usa-e-diventa-meta-preferita-per-gli-investitori-verdi595736 nella classifica dei Paesi che al mondo sono capaci di attrarre maggiormente investimenti in tutti i comparti delle rinnovabili.
Dati che hanno messo in allarme gli oltre 180 legislatori statunitensi che hanno inviato una lettera ad Obama esortandolo ad adottare nuovi strumenti per combattere le tattiche cinesi giudicate “sleali” che hanno portato il Paese asiatico a dominare la produzione globale di energie verdi. “Attraverso una serie di pratiche commerciali predatorie – ha affermato nella lettera il gruppo composto da gran parte di rappresentati democratici e di almeno due legislatori repubblicani – la politica industriale cinese mira a dare ai suoi produttori un vantaggio sleale nella rivoluzione tecnologia verde per affermare una leadership in questo settore”. Il Gruppo ha sollecitato l’USTR, l’ufficio del Commercio Usa, ad accettare una petizione, la “Section 301” per chiedere un’inchiesta sulle pratiche commerciali sleali della Cina in questo particolare comparto. L’USTR ha tempo fino al 24 ottobre per accettare la petizione che potrebbe sollevare una o più segnalazioni al WTO se la Cina non dovesse affrontare le questioni sollevate dall’America.