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L’Italia non ha fretta sull’Accordo di Parigi

Realacci: "l’Italia sta rispettando gli impegni presi in sede europea sul clima, ma è purtroppo in ritardo sulla ratifica dell'Accordo di Parigi”

 

L’Italia non ha fretta sull'Accordo di Parigi

 

(Rinnovabili.it) – L’Italia aderirà all’intesa mondiale sul clima per la fine del mese. Lo fa sapere il ministero dell’Ambiente in risposta all’interrogazione in Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera. Spiega il presidente della stessa Commissione, Ermete Realacci “il ministero dell’Ambiente ha assicurato che il governo invierà alle Camere il disegno di legge di ratifica dell’Accordo di Parigi entro settembre”.

 

L’intesa, frutto della COP 21 di Parigi e firmata a New York il 22 aprile di quest’anno, impegna le 175 parti dell’UNFCCC a lavorare per tenere l’incremento della temperatura media mondiale al di sotto di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali e ad aumentare la capacità di adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti del clima, promuovendo la resilienza climatica. Il testo chiede anche un esplicito impegno nel direzionare i flussi finanziari in un percorso coerente verso basse emissioni di gas serra e verso uno sviluppo resistente ai cambiamenti climatici.

 

Ma tra la firma, atto di costituzione del trattato, e la ratifica, la vera e propria adesione, la strada può essere lunga. Solo 15 Paesi (peraltro quelli con il minor peso in termini di emissioni) hanno consegnato alle Nazioni Unite il giorno stesso della firma il loro strumento di ratificazione. La vera svolta si è avuta durante il G20 di Hangzhou, in cui i due più grandi inquinatori al mondo, Cina e USA, hanno fatto quel passo avanti verso l’adesione necessario a trainare i restanti paesi chiave (e portando a 25 il numero di adesioni delle Parti). Perché il trattato possa realmente entrare in vigore nel 2020, l’accordo dove essere ratificato, accettato o approvato da almeno 55 paesi che rappresentano il 55 per cento delle emissioni mondiali di gas serra.

 

L’Italia manca ancora all’appello anche se il ministero riferisce che l’iter è prossimo alla conclusione ed è ”prevedibile che il testo possa essere sottoposto al consiglio dei ministri, e poi trasmesso alle Camere, entro il mese di settembre’‘. Ma avverte Realacci “C’è il rischio che, senza un’adeguata attenzione dell’esecutivo, l’iter di ratifica non venga concluso prima della COP22 di Marrakech.  Arrivare preparati alla prossima Conferenza Onu sul Clima è un passaggio importante, tanto più dopo l’avvenuta ratifica da parte di Stati Uniti e Cina”.