In Europa l’energia eolica costa il 30% in meno di quella nucleare. Merito della crescita record del segmento offshore che nei primi 6 mesi del 2016 ha attirato 14 miliardi di euro in nuovi investimenti
L’eolico ha ufficialmente superato il nucleare come opzione più conveniente nell’Europa del Nord. Qui il costo dell’elettricità dal vento è oggi il 30% inferiore a quella ottenuta dall’atomo e il merito è tutto da attribuire agli impianti marini. È in questo settore infatti che si sono concentrati i maggiori investimenti verdi del vecchio continente nei primi sei mesi del 2016. I dati pubblicati da WindEurope (ex EWEA) mostrano cifre record: da gennaio a giugno di quest’anno l’eolico offshore ha attirato ben 14 miliardi di euro in nuovi investimenti. E quasi tre quarti dei quali riconducibili unicamente al Regno Unito.
Se si osservano da vicino i numeri si scopre pero che, a fronte dei nuovi flussi di denaro, la crescita sul campo non si è registrata tanto nella capacità istallata quanto nella dimensione delle turbine. Confrontando primi sei mesi del 2015 con quelli del 2016, si nota come il volume di nuovi impianti connessi alla rete quest’anno (511 MW) rappresenti solo il 78% di quanto registrato nel 2015. Solo la Germania (258 MW) e Paesi Bassi (253 MW) hanno aggiunto nuova capacità nei primi 6 mesi.
Cambiano invece gli aerogeneratori che diventano lentamente più grandi: la dimensione media delle 114 nuove turbine installate è stata di circa 4,8 MW, in crescita dai 4,2 MW di un anno fa.
“I numeri da record del 2016 – commenta Giles Dickson, CEO di WindEurope – mostrano un chiaro impegno da parte dell’industria eolica offshore. Ci aspettiamo che le installazioni crescano in modo significativo nel 2017, ma ci sono ancora moltissime sfide là fuori da affrontare. Non ultimo, l’incertezza sui futuri volumi e sulla regolamentazione in molti mercati chiave per il periodo successivo al 2020”.
Attualmente la capacità installata di eolico offshore in Europa è pari a 11.538 MW attribuibile a 82 wind farm in 11 paesi. Ma ora che investitori istituzionali hanno iniziato a modificare le proprie scelte di investimento favorendo imprese e progetti che supportano lotta al cambiamento climatico, gli analisti si aspettano evidenti effetti collaterali nel campo del vento: entro il 2030 i parchi eolici potrebbero fornire il 7% dell’energia di cui l’Europa ha bisogno. Ad aiutare sarà sicuramente il Memorandum of Understanding firmato nel mese di giugno dai ministri dell’energia provenienti da nove paesi europei finalizzato a migliorare la loro cooperazione in materia eolico marino. Così come la dichiarazione di intenti firmata, in parallelo, da 11 società energetiche per ridurre i costi dell’off-shore al di sotto di 80 euro / MWh entro il 2025.