Secondo un’indagine dell’Osservatorio Audimob di Isfort in una “città ideale”, senza traffico e con mezzi pubblici efficienti, 4 italiani su 5 lascerebbe l’auto in garage ed adotterebbe uno “stile di mobilità urbana” più sostenibile, con benefici per le tasche ma soprattutto per l’ambiente
(Rinnovabili.it) – Una città ideale, senza traffico, lunghe code al semaforo ma soprattutto senza auto. E’ il desiderio di quanti, soprattutto nelle grandi metropoli, sognano di poter lasciare in garage l’automobile o il motorino e spostarsi senza nevrosi da una parte all’altra della città. Un desiderio a cui l’Osservatorio Audimob di Isfort, l’Istituto Superiore di Formazione e ricerca per i trasporti, ha dato un “valore statistico” fotografando la propensione degli italiani ad adottare uno “stile di mobilità differente”:https://www.isfort.it/ rispetto a quello scelto tutti i giorni se ci fossero trasporti pubblici efficienti e città meno caotiche. Dopo aver fotografato in una “precedente indagine”:https://www.rinnovabili.it/gli-italiani-e-la-mobilita-nella-fotografia-del-rapporto-isfort595489 gli “Stili e comportamenti di mobilità degli italiani” Audimob questa volta ha cercato di sondare la volontà degli intervistati di potersi spostare con mezzi alternativi se ogni contesto urbano offrisse delle reali alternative ai mezzi privati. Il quadro che ne esce consente di capire come, ad oggi, la mobilità privata risulti essere una condizione imposta dalla mancanza di soluzioni differenziate che, se adeguatamente predisposte da ogni amministrazione comunale, potrebbero favorire un abbassamento dei volumi di traffico e conseguentemente anche del livello di inquinanti in atmosfera.
L’indagine, infatti, parte da una unica grande questione: “Ipotizziamo una città ideale per gli spostamenti, dove i mezzi pubblici sono gratuiti, comodi, poco affollati, sempre in orario e arrivano a destinazione in tempi simili a quelli dell’auto; dove è possibile viaggiare in auto senza gli inconvenienti del traffico e senza preoccupazioni per il parcheggio: quale mezzo di trasporto sceglierebbero i cittadini?”. La risposta consente di capire come gli italiani non siano poi così affezionati alle quattro ruote: quasi 4 intervistati su 5 si orienterebbero verso l’autobus, lasciando l’auto in garage. Il desiderio dei cittadini di poter utilizzare il trasporto collettivo, se si potessero rimuovere i tradizionali fattori di debolezza del servizio (tempi di percorrenza, puntualità, affollamento…), risulta dunque essere dunque dominante. Un tendenza che si riscontra in particolare in alcune categorie di viaggiatori che esprimono livelli più elevati di domanda di mobilità. A manifestare una maggiore propensione alla scelta del trasporto collettivo in una città senza traffico sono gli uomini (78,8%), le persone con un’età compresa tra 30 e 64 anni, chi possiede un alto titolo di studio (81,9%), gli occupati (82%) e, infine, chi vive nelle grandi città (80%) e nel Nord Est (78,9%).
Molto diversa è invece la condizione di spostamento con cui ogni giorno si deve fare nella “città reale”: quasi il 70% degli individui utilizza prevalentemente il mezzo privato. Una propensione all’uso dell’auto che è stata rilevata in particolare nel corso del 2009: in termini generali durante lo scorso anno il 67% degli intervistati ha utilizzato in modo prevalente i mezzi privati per i propri spostamenti, e se il 20,8% ha dichiarato di muoversi soprattutto a piedi o in bicicletta, appena il 12,1% ha usato il mezzo pubblico per la maggior parte dei propri viaggi. L’indagine di Audimob ha però anche cercato di chiedere direttamente agli intervistati quali potrebbero essere i provvedimenti più urgenti da adottare per ridurre i livelli di traffico e facilitare gli spostamenti. Circa il 40% degli intervistati ha risposto “incrementare i livelli quantitativi e qualitativi dell’offerta di trasporto pubblico”. Seguono a distanza la creazione di un maggior numero di zone pedonali e di piste ciclabili (23,5%), una maggiore offerta di parcheggi (19,6%) e, per ultimo, la realizzazione di nuove opere stradali quali rotatorie, svincoli e raccordi (16,2%).