Messo a punto nei laboratori svedesi del un catalizzatore a buon mercato, stabile ed efficiente di ottenere idrogeno dall'acqua
(Rinnovabili.it) – Il lavoro svolto dagli scienziati del KTH Royal Institute of Technology per ottenere di idrogeno dall’acqua è stato salutato dal mondo scientifico come il primo avanzamento reale per una produzione low cost. Non solo il processo, messo a punto in laboratori svedesi, è economico, ma risulta anche trai più stabili ed efficienti mai realizzati.
Il risultato è stato possibile grazie al superamento dei principali ostacoli che affliggono l’elettrolisi dell’acqua a scopi commerciali. Il problema numero uno è legato agli elementi normalmente impiegati per accelerare la velocità di reazione: i catalizzatori più performanti per la scissione delle molecole in ossigeno e idrogeno, sono costosi metalli.
Il gruppo di ricerca, guidato dal professor Licheng Sun, aveva già sviluppato in passato catalizzatori economici per la produzione di idrogeno dall’acqua (Natura Chem . 2012, 4, 418), raggiungendo nel tempo un’efficienza vicina a quella della fotosintesi naturale. Il salto in avanti però, è stato compiuto la scorsa settimana quando gli scienziati hanno scoperto che un nuovo materiale composto da elementi comuni e abbondanti in grado di competere con i metalli preziosi.
Nello specifico, il nuovo materiale è un doppio monostrato di idrossido che coinvolge nichel e vanadio. Il composto possiede una struttura stratificata che ne aumenta la superficie attiva, migliorando il trasferimento di elettroni L’efficienza dimostrata supera quella degli altri elettrocatalizzatori costituiti da materiali non preziosi, ma soprattutto offre una alternativa competitiva ed economica nei confronti dei costosissimi ossido di iridio (IRO2) o ossido di rutenio (Ruo2).
“Questa è la prima volta che il metallo, il vanadio, è stato utilizzato per drogare l’idrossido di nichel al fine di formare un catalizzatore per l’ossidazione dell’acqua. E bisogna dire che funziona molto bene, anche oltre le nostre aspettative“, spiegano gli scienziati. “Non c’è dubbio che questo materiale possa ampliare notevolmente il campo di applicazione degli elettrocatalizzatori economici”. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.