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Il solare termico finisce dietro la lavagna

Dalle aule scolastiche fino sopra i tetti. Così l’ardesia compie un particolare viaggio per ridisegnare l’estetica del solare termico

(Rinnovabili.it) – E’ stato progettato per risolvere i problemi estetici negli interventi di riqualificazione energetica dei monumenti storici, ma anche per migliore l’integrazione architettonica di impianti quali quelli solari termici. Si chiama “Thermoslate”:https://www.thermoslate.com ed è il primo collettore solare al mondo realizzato in ardesia o, in altri termini, in pietra di Lavagna. Per questa roccia non è una novità essere sfruttata in edilizia, ma è decisamente innovativo l’uso scelto dalla spagnola Cupa Group che la converte in uno dei componenti degli impianti solare termici, tagliando così tutti i grandi volumi a cui il mercato di settore ci ha ormai abituati.
A distinguerlo non è solo il materiale che vanta dalla sua caratteristiche di impermeabilità, resistenza, durabilità e inerzia termica, ma anche un’estetica che lo rende attraente come soluzione dedicata alle coperture edilizie. Thermoslate, sostiene il centro di R&S di Cupa Goup, evita il surriscaldamento del sistema in modo naturale e riduce quasi a zero i costi di manutenzione. L’impiego di lastre di ardesia come collettori termici evita, infatti, il pericolo dell’ostruzione dei passaggi di fluido come accade nei pannelli solari sottovuoto, quando il vettore cambia densità a causa della stagnazione.
Non sarebbero inoltre necessari, spiega la società, dispositivi come valvole di sicurezza o sistemi di dissipazione dell’energia in eccedenza. Il progetto è stato finanziariamente sostenuto dal Ministero dell’Economia e dell’Industria della Galizia e dopo il lancio in Spagna Thermoslate è pronto ora a fare il suo ingresso anche in Italia con una vetrina d’eccellenza: il Saie 2010 di Bologna.