L’associazione ambientalista, in vista dell’apertura dei colloqui di Città del Messico, ha stilato una lista di “prescrizioni politiche” da presentare alle delegazioni internazionali che prenderanno parte agli incontri. Obiettivo: indirizzare le azioni dei governi verso posizioni comuni e adottare strategie vincenti per contrastare i cambiamenti climatici
(Rinnovabili.it) – E’ una ricetta del tutto particolare quella che il WWF ha intenzione di presentare alle circa 30 delegazioni internazionali per l’apertura del vertice sul clima di Città del Messico. Una ricetta i cui ingredienti sono richieste o meglio “prescrizioni politiche” indirizzate in particolare all’attenzione delle undici nazioni più influenti del mondo dall’associazione ambientalista, in vista del vertice Onu di Cancun. Richieste formulate per sollecitare i governi a condividere posizioni e a rendere più vincolanti gli impegni per la salvaguardia della natura e del clima, scongiurando un possibile fallimento sul modello Copenaghen. “Questi undici interlocutori non hanno fatto abbastanza a Copenaghen – ha spiegato – Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF – Il WWF sta fornendo la ricetta politica giusta per rimettere in salute i colloqui”.
“Gli elementi per rendere i negoziati di Cancun un successo ci sono” ha aggiunto Midulla, e tra gli “ingrendienti” giusti per arrivare a un accordo significativo il WWF annovera anche l’impegno dei paesi più industrializzati (Unione Europea, Giappone e Russia, ad esempio) ad arrivare a Cancun “impegnandosi ad assumere obiettivi di riduzione delle emissioni giuridicamente vincolanti che corrispondono alle indicazioni della comunità scientifica” – si legge in una nota ufficiale. Ma tra le proposte dell’associazione c’è anche un richiamo a un maggiore impegno di questi paesi ad approvare “piani d’azione nazionali a lungo termine per il rapido sviluppo di un’economia a zero carbonio”.
L’attenzione del WWF si è concentrata anche sulla parte “finanziaria” di un possibile accordo che dovrebbe prevedere “un finanziamento per le nazioni più povere come condizione cruciale e abilitante di tutto il processo: oltre ai 30 miliardi di dollari impegnati per un finanziamento fino al 2012, i governi dei paesi sviluppati – si legge sempre nella nota – devono mostrare come onoreranno l’impegno di Copenaghen di 100 miliardi di dollari entro il 2020. Un prelievo imposto al settore del trasporto aereo e marittimo o una Tassa sulle Transazioni Finanziarie sono due opzioni promettenti”.