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La nuova plastica bio? Nasce sotto a un cavolo ogm

I ricercatori del Brookhaven National Laboratory hanno modificato una pianta della stessa famiglia dei cavoli ottenendo una concentrazione altissima di omega-7, i mattoni costitutivi degli oli vegetali

(Rinnovabili.it) – Nonostante i numerosi progressi ‘green’ del settore le materie plastiche impiegate nell’uso comune provengono ancora, nella maggior parte dei casi, dal ciclo del petrolio. Eppure l’alternativa “bio” esiste e secondo lo studio _Patel-Shen-Haufe_ del 2009 la capacità di produzione della bioplastica potrebbe, a lungo termine, sostituire fino al 90% i polimeri tradizionali nell’uso quotidiano. In realtà, ottenere dagli organismi vegetali abbastanza materia prima per portare la produzione verde su un’ampia scala di distribuzione non è un obiettivo facilmente raggiungibile. Potrebbero riuscire nell’intento, o compiere comunque un passo verso questa direzione, i ricercatori del “Brookhaven National Laboratory”:https://www.bnl.gov/world/. Nei laboratori del centro gli scienziati hanno studiato come modificare geneticamente una pianta della stessa famiglia del cavolo rendendola adatta alla produzione di materia prima ecologica da destinare alla polimerizzazione. “Abbiamo costruito un nuovo percorso metabolico nella pianta per la produzione di un tipo di acido grasso che potrebbe essere impiegato come fonte di precursori per i componenti della plastica come il polietilene”, ha spiegato il biochimico John Shanklin a capo della ricerca.
Il processo si basa su un particolare tipo di acidi grassi (i mattoni costitutivi degli oli vegetali), denominati Omega-7 e prodotti normalmente da diverse piante anche se non in quantità sufficienti per pensare ad un impiego su scala industriale. I ricercatori sono pertanto intervenuti sulla pianta in questione con una serie di esperimenti di ingegneria metabolica sistematica in grado di ottimizzare l’accumulo di Omega-7. Quantitativamente parlando sono passati da una produzione del 2% ad una del 14%. Nonostante il miglioramento, afferma Shanklin, è ancora presto per fare previsioni per il comparto della bioplastica, ma la strada è stata aperta.

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