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Cina, Birmania e Thailandia firmano per l’idroelettrico da 7 GW

L'intesa firmata tra i tre paesi provvederà alla verifica delle condizioni nencessarie per la realizzazione di un progetto idroelettrico che incrementi la produzione di energia pulita. La centrale, realizzata in 15 anni, avrà un costo approssimativo di 10 miliardi di dollari

(Rinnovabili.it) – Cina, Birmania e Thailandia uniranno forze e competenze per portare a termine uno studio di fattibilità destinato alla realizzazione di un progetto idroelettrico da 7 GW sul fiume Salween, nel tratto in cui attraversa la Birmania.
Secondo quanto si legge in un rapporto della Hydro World il progetto potrebbe essere realizzato, qualora il sito nel Myanmar venisse dichiarato idoneo ad ospitare la centrale, nell’arco dei prossimi quindici anni con un budget stimato di circa 10 miliardi di dollari.
La compagnia cinese Three Gorges, la Sinohydro e la China Southern Power Grid Corporation hanno siglato a tal proposito un accordo con la compagnia elettrica thailandese e l’International Group of Entrepreneurs birmano impegnandosi alla realizzazione delle valutazioni necessarie per accertare la fattibilità della centrale.
La Cina, dal canto suo, si sta anche muovendo in maniera autonoma progettando diversi impianti idroelettrici per aggiungere al mix energetico nazionale una ulteriore quota da fonte rinnovabile soprattutto nella parte meridionale del paese impegnandosi anche in progetti localizzati in paesi confinanti come la Birmania, il Laos e la Cambogia.
Attualmente la capacità energetica cinese con 200 GW è la più alta al mondo quando da poco è stata presa e resa pubblica la decisione di arrivare a 300 GW entro il 2015 come contributo agli sforzi necessari per ridurre la generazione di inquinanti dal 40 al 45% per unità di prodotto interno lordo entro il 2020.
In linea con i progetti energetici dichiarati le imprese cinesi inizieranno proprio in questa settimana la costruzione di una centrale da 510 MW per lo sfruttamento del moto delle acque del fiume Brahmaputra in Tibet, che dovrebbe essere operativa dal 2014.