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Ospedali solari per affrontare l’urgenza haitiana

Partirà a breve la terza spedizione di moduli fotovoltaici della tedesca SolarWorld nelle zone disastrate dal terremoto dello scorso gennaio. 440 pannelli che daranno energia alle cliniche di La Colline, Arrondissement de Lascahobas, Thomonde, Petite Rivière e Verrettes

(Rinnovabili.it) – Quando il 12 gennaio 2010 un violento terremoto colpì l’entroterra di Haiti, in prossimità della capitale Port-au-Prince, si pensò fosse arrivato il peggio. Poi seguirono numerose altre scosse intensità superiore a 5,0 mw fino a far perdere il conto del numero di persone decedute o scomparse. Già devastato dal sisma il paese caraibico sta affrontando ora una nuova calamità, il colera, che da sola mostra un bilancio di vittime a quattro cifre. Per dare una mano agli haitiani ad affrontare l’epidemia il segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon ha lanciato un appello per raccogliere i fondi necessari ad arginare l’ondata di colera e altri 350 medici oltre ai 300 già promessi da Cuba. L’aspetto sanitario preoccupa anche dal punto di vista strutturale perché i centri medici della capitale, Port-au-Prince, mostrano delle gravi carenze in termini di sicurezza dell’approvvigionamento energetico, a causa ovviamente dei danni del sisma. Tra gli aiuti su cui contare le cliniche di La Colline, Arrondissement de Lascahobas, Thomonde, Petite Rivière e Verrettes potranno presto annoverare anche la fornitura da parte della SolarWorld di 400 moduli fotovoltaici da 230 W ciascuno. Si tratta, a conti fatti, della terza spedizione dell’impresa tedesca nella città haitiana dal giorno del disastroso terremoto. I cantieri sono già stati aperti, avverte la società, prima ancora della spedizione dei moduli prevista per metà dicembre. Gli impianti dovrebbero entrare in funzione entro la primavera 2011 e rispondere così alle esigenze elettriche e di refrigerazione. “Con la distruzione di importanti strutture sanitarie a Port-au-Prince, ora si fa un maggiore affidamento sulle strutture sanitarie rurali. Alcune persone sono tornate a vivere in queste zone dopo il terremoto, determinando un carico maggiore sui centri sanitari e gli ospedali non urbani”, ha detto Robert Freling, direttore esecutivo della Solar Electric Light Fund, l’organizzazione caritatevole che assiste SolarWorld nel suo progetto. “L’affidabilità energetica di queste cliniche, quindi, è cruciale”.

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