La compagnia cilena Valhalla vuole usare l'energia solare per trasportare l'acqua dall'Oceano Pacifico fino ad un impianto idroelettrico a pompaggio sulle vette del deserto di Atacama
(Rinnovabili.it) – Costruire una centrale idroelettrica da 400 milioni di dollari in uno dei deserti più aridi al mondo, può sembrare pura follia. Per il Cile, invece, si tratta di una nuova promessa energetica, reale e concreta. L’idea, portata avanti dalla compagnia energetica cilena Valhalla, è quella di approfittare della geografia unica del deserto di Atacama per sfruttare una combinazione di fonti rinnovabili in maniera, si potrebbe dire, quasi unica. La società intende infatti impiegare l’energia solare per pompare l’acqua dal “vicino” Oceano Pacifico in due serbatoi realizzati sulle Ande. E come in un tradizionale impianto idroelettrico all’acqua sarà permesso di uscire dal bacino per raggiungere la centrale posta a valle e produrre elettricità.
Nel suo complesso l’impianto dovrebbe vantare una potenza di circa 300 MW, abbastanza per soddisfare le esigenze elettriche di tre province cilene. “Questo è l’unico posto al mondo dove si può sviluppare un progetto di questo tipo”, ha dichiarato Francisco Torrealba, strategy manager della società.
“Abbiamo trovato – spiega il co-fondatore e amministratore delegato della società Juan Andres Camus – alcune depressioni naturali che riteniamo fossero antichi laghi, ma ovviamente non c’è più nulla ora, è solo deserto, e queste ci permetteranno di immagazzinare l’acqua”.
A regime i due serbatoi in vetta conterranno lo stesso volume d’acqua 22.000 piscine olimpioniche, sufficienti a generare energia elettrica per nove giorni di fila prima di essere “ricaricate”.
“La tecnologia è stata già collaudata in tutto il mondo. E’ questa particolare combinazione che non è mai stata provata prima d’ora”, ha aggiunto Torrealba. L’impianto ha ottenuto il via libera dalle autorità ambientali la scorsa settimana ed è ora alla ricerca dei finanziamenti necessari per la sua realizzazione. Sul progetto sono state riversate parecchie aspettative, dal momento che la nazione ancora oggi è un importatore netto di energia e grande utilizzatore delle fonti fossili. Con il consenso (e i fondi) di investitori privati, i lavori di realizzazione dovrebbero prendere il via nel 2016 e concludersi nel giro di tre anni e mezzo.