È la seconda volta che Mosca prova a ottenere il controllo esclusivo dell’Artico. In ballo ci sarebbero 4.9 miliardi di tonnellate di petrolio e gas
(Rinnovabili.it) – La Russia ha presentato nuovamente alle Nazioni Unite la sua richiesta di avere il controllo esclusivo del Polo Nord. Il governo è fermamente deciso a ottenere la possibilità di sfruttare il petrolio, presente in grandi quantità sotto il Mar Glaciale Artico, ora che il riscaldamento globale sta rapidamente portando allo scioglimento dei ghiacci della calotta polare.
Un tema molto caldo già da qualche tempo, viste le nuove rotte commerciali che si aprirebbero per le navi provenienti da tutte le grandi potenze economiche. La Russia ha già iniziato la militarizzazione della regione, ripristinando alcune delle basi nelle isole e degli avamposti nell’Artico, parlando di una mossa per proteggere (da chi?) le rotte.
Putin sostiene gli spetti il controllo esclusivo di oltre 1.2 milioni di chilometri quadrati della cosiddetta piattaforma artica, basandosi questa volta su quellu che il suo ministero degli Esteri ha definito «ampi dati scientifici».
La regione contiene alcune delle più grandi riserve non sfruttate al mondo di petrolio e gas, oltre a minerali preziosi. Stati Uniti, Canada, Danimarca e Norvegia sono in lizza con la Russia per prenderne possesso.
Questa è la seconda volta che la Russia rivendica la potestà di quel territorio. In precedenza, nel 2002, l’ONU aveva respinto l’offerta a causa di una supposta mancanza di prove.
Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sui diritti del mare, una nazione può rivendicare una zona economica esclusiva fino a 200 miglia marine dai suoi confini riconosciuti, a meno che non possa provare che la piattaforma continentale su cui siede si estenda al di là, nel qual caso l’area colonizzabile viene estesa a 350 miglia.
Ma la Russia vuole andare oltre, includendo il Polo Nord per accedere a 4,9 miliardi di tonnellate di idrocarburi. Per ora, le Nazioni Unite prendono tempo: la proposta russa sarà presa in considerazione non prima di febbraio o marzo 2016. Lo ha annunciato il vice portavoce del segretario generale Onu Farhan Haq.