Anche il Governo di Seoul è pronto a consegnare all’ONU il proprio INDCs. L’obiettivo coreano prevede un taglio del 37% rispetto ai trendi attuali
(Rinnovabili.it) – Anche la Corea del Sud consegna i compiti fatti in casa per la COP21, il vertice internazionale sul cambiamento climatico che si terrà questo dicembre a Parigi. La nazione, oggi nella top ten dei più grandi inquinatori, ha redatto il proprio INDCs, contenente gli obiettivi di taglio delle emissioni: il target inserito nel documento prevede di ridurre i gas ad effetto serra del 37% entro il 2030 a partire dai suoi livelli di business-as-usual (BAU), alzando di fatto il vecchio scenario di riduzione che contemplava un taglio tra il 15 e il 30%. Secondo il sito web Pulse Carbon il target sarebbe paragonabile a un calo del 22,7% rispetto ai livelli del 2014, un impegno pertanto abbastanza limitato e molto simile al piano ventilato del Giappone.
La Corea del Sud, oggi ottavo produttore mondiale di CO2, non è tuttavia nuova alla lotta contro il climate change: il Paese sta varando dal 2009 una serie di regolamenti per riuscire a ridurre le emissioni climalteranti: il primo obiettivo se lo era dato per il 2020, approvando a maggio del 2013 la legge per lanciare all’inizio di quest’anno il secondo più grande mercato del carbonio a livello mondiale.
Secondo quanto riportato da dichiarazione congiunta dei ministeri dell’Ambiente, Energia, e Finanze, le emissioni del Paese dovrebbero raggiungere i 850,6 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente entro il 2030 sulla base dei livelli BAU. All’inizio di questo mese, Seoul aveva delineato quattro scenari per l’obiettivo climatico nazionale che seconda dell’impegno messo in campo prevedono un tasso di riduzione finale della CO2 eq. del 14,7%, 19,2%, 25,7% o 31,3% per cento rispetto ai livelli del BAU. Ma ora, spiega la nota congiunta dei tre dicasteri, “abbiamo deciso di alzare il target dagli scenari di riduzione, considerando la nostra leadership nel cambiamento climatico così come la decisione di fare da base al Fondo verde per il clima), la nostra responsabilità a livello globale, e l’opportunità di sviluppare nuovi business energetici”.