Lo sviluppo dei sistemi di produzione e distribuzione dell’energia sta andando verso il modello di Internet delle cose. Con buona pace della privacy
(Rinnovabili.it) – Il settore elettrico in Europa deve guardare sempre più al concetto di “Internet delle cose“. Sembra questa la direzione che l’Unione intende imprimere al comparto energetico, a quanto emerge da un convegno organizzato da Eurelecrtic a Berlino questo martedì.
«Sappiamo che lo sviluppo di sistemi di produzione e distribuzione dell’energia e della rete, compresi smart meters e smart grids, corrisponderà all’ulteriore sviluppo di Internet», ha detto Peter Altmaier, il capo di Stato maggiore del cancelliere tedesco, Angela Merkel.
Le reti intelligenti tracciano digitalmente consumo energetico registrato da contatori intelligenti, e potrebbero semplificare le procedure per gli utenti: «Ogni macchina avrà un indirizzo IP, in un sistema nel quale le macchine sono interconnesse con altre macchine e con le persone. L’industria 4.0 crea molte possibilità e opportunità anche per lo sviluppo di un sistema di produzione e approvvigionamento sostenibile dell’energia elettrica », ha detto Altmaier.
Tuttavia, la raccolta di dati relativi ai consumatori solleva una serie di problemi relativi alla privacy, ostacolo che in Europa i tecnici si stanno lambiccando per superare. I nuovi piani per un mercato digitale unico della Commissione Europea sottolineano come «il dispiegamento di contatori intelligenti e altri elementi delle smart grids genereranno enormi quantità di dati»: questo si traduce in un aumento esponenziale dei rischi per la sicurezza informatica, la concorrenza, i diritti e, non ultima, la democrazia. La domanda fondamentale, ancora inevasa è: chi gestisce questa immensa mole di dati? Un problema che genera non poche preoccupazioni nei consumatori, specialmente se fornitori di energia in competizione fra loro potranno accedere agli stessi dati.
Secondo Euroelectric, i dati sul consumo energetico dovrebbero essere gestiti dagli operatori dei sistemi di distribuzione che li raccolgono. Peter Andreasen, neo presidente di ENTSO-E, l’associazione degli operatori, ha chiesto l’open access ai dati: «Proteggere i clienti, certo – ha messo le mani avanti – ma mettere a disposizione questi dati anche ai rivenditori. Credo fermamente che questa sia la strada giusta da percorrere».
Antonio Potoschnig direttore di ACER, l’Agenzia per la cooperazione dei regolatori energetici, ritiene sia meglio che chi gestisce i dati rimanga neutrale.