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Al via la riqualificazione energetica dell’edilizia scolastica

Saranno concessi prestiti a tasso agevolato per i lavori di efficientamento energetico nelle scuole pubbliche. Stanziati dal fondo rotativo Kyoto 350 milioni

Al via la riqualificazione energetica dell'edilizia scolastica

 

(Rinnovabili.it) – Ridurre la bolletta energetica delle scuole italiane e migliorare nel contempo la qualità di vita nelle aule. Questo l’obiettivo a cui mirano le “Misure per l’efficientamento energetico degli edifici scolastici, il decreto interministeriale del 14 aprile 2015, pubblicato finalmente in Gazzetta Ufficiale.

 

Un tema quanto mai urgente dal momento che dei 42mila edifici scolastici italiani, ben il 60% è stato costruito prima del 1974 e il 35% ha addirittura più di 70 anni. Si tratta di immobili realizzati con tecnologie e materiali dell’epoca e spesso privi di isolamento termico, tali da renderli strutture fortemente energivore, difficili da riscaldare e con altissimi fabbisogni termici ed elettrici.

“Rendere gli edifici scolastici pubblici più efficienti sotto il profilo energetico – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – significa molte cose insieme: investire sull’ambiente limitando le emissioni inquinanti, puntare sulla sicurezza delle strutture e quindi degli studenti, ma anche mettere in moto quel circuito di piccole e medie imprese sul territorio che operano nel campo della sostenibilità ambientale, e che da quegli interventi possono trovare una possibilità di guadagno”.

 

Per questi interventi  il “decreto Competitività” ha stanziato 350 milioni di euro attraverso il fondo rotativo Kyoto. Il provvedimento prevede la concessione di prestiti a tasso agevolato (lo 0,25%) per lavori di riqualificazione energetica dell’edilizia scolastica. I progetti relativi a interventi di incremento dell’efficienza energetica e degli usi finali dell’energia dovranno conseguire un miglioramento del parametro dell’efficienza energetica dell’edificio oggetto  di intervento di almeno due classi in un periodo massimo di tre anni.

“È anche un modo per far risparmiare lo Stato, attuando una vera ‘spending review’ – ha aggiunto il Ministro – se pensiamo che oggi il consumo degli edifici pubblici pesa per il 18% su quello generale dello Stato, alzare a ‘B’ o ‘C’ la classe di efficienza delle nostre strutture vuol dire ottenere un risparmio del 20-25% sul consumo, con notevoli benefici per le casse italiane”.