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Sicurezza nucleare e mortalità vicino agli impianti, qualcosa non torna

Secondo un rapporto dell’Istituto superiore della sanità vi sarebbero alcuni eccessi di mortalità per esposizione alle radiazioni ionizzanti nei Comuni vicini alle centrali

Sicurezza nucleare e mortalità vicino agli impianti, qualcosa non torna

 

(Rinnovabili.it) – Alti i decessi per patologie connesse all’esposizione a radiazioni ionizzanti rinvenuti nei comuni sedi di impianti nucleari. A rivelarlo è stata lo scorso febbraio l’analisi effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità delle popolazioni residenti in 8 cittadine italiane prospicienti a siti sede di attività di ricerca o a depositi di materiale radioattivo. Il documento, parla chiaramente di eccessi di mortalità osservati che tuttavia “non possono essere direttamente attribuibili, se non in piccola parte, all’esposizione della popolazione a dosi di radiazioni ionizzanti causate da rilasci di radioattività dagli impianti”. Questo in quanto le dosi che possono causare effetti osservabili in termini di incremento di mortalità avrebbero potuto essere prodotte solo da un continuo e rilevante funzionamento anomalo degli impianti. Ma basta questo dato per far chiedere all’Istituto di predisporre un’adeguata sorveglianza radiologica e sanitaria per eventuali impianti futuri, incluso il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, riservando particolare attenzione per le patologie correlate con l’esposizione a radiazioni ionizzanti, per permettere di rispondere adeguatamente alle domande sull’eventuale impatto sanitario del nucleare.

 

C’è chi però vuole andare più a fondo e chiede oggi di poterci vedere chiaro. “È arrivato il momento di conoscere la verità sulla sicurezza dei nostri impianti atomici”, afferma il senatore del movimento 5 Stelle Gianni Girotto, che insieme ad alcuni colleghi ha presentato un’interrogazione urgente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Secondo lo studio, che riporterebbe anche diverse lacune, alcune delle patologie tumorali riscontrate possono essere attribuibili alle radiazioni rilasciate, nel caso di un “continuo e rilevante funzionamento anomalo” delle centrali. “A questo punto ci chiediamo se esistono legami tra i tumori alla tiroide accertati, eventuali malfunzionamenti degli impianti e negligenze sui controlli da parte di chi deve gestirli e garantire la sicurezza delle persone”, insiste Girotto chiedendo che l’Iss, con il coinvolgimento delle strutture sanitarie territoriali, continui lo studio di monitoraggio sulle popolazioni dei territori circostanti agli impianti nucleari per individuare le cause, gli effetti ed eventuali rischi di contaminazione che le attività tenute nei centri nucleari potrebbero rilasciare sulla salute umana.