Il progetto, supportato da fondi canadesi e britannici, aiuta le comunità rurali a informarsi sullo stato del clima riducendo i rischi degli eventi estremi
(Rinnovabili.it) – Sono da poco scoccate le 10 del mattino e dalla cima del colle Esibila, nel Kenya occidentale, Mosè Ombogo è pronto al microfono per dare informazioni sul clima e l’imminente arrivo delle piogge.
«Mio caro ascoltatore – attacca – madre, padre, nonna, nonno, zii, siamo felici di informarvi che le piogge sono ormai arrivate e dovreste prepararvi alla piantumazione».
Alle pendici della collina, una radio a manovella, alimentata da un pannello solare, gracchia in mano a un’anziana contadina. Sta ascoltando le chiacchiere di Ombogo sulle frequenze di Nganyi RANET, che vuol dire “Nganyi Radio Internet”. È la stazione radio comunitaria istituita dal Servizio Meteorologico del Kenya per le comunità particolarmente vulnerabili ad eventi climatici estremi. Ogni punto di trasmissione può coprire un raggio di 25-30 chilometri, e agli ascoltatori della zona vengono forniti gratuitamente gli apparecchi. Il nome Nganyi è lo stesso di un clan i cui membri, per anni, hanno fornito previsioni meteorologiche a livello locale basandosi sul comportamento delle piante, degli uccelli e degli insetti. Ma il cambiamento climatico ha portato maggiori irregolarità negli eventi, e gli indicatori “tradizionali” hanno perso precisione.
La radio amica del clima
Così è nata la Collaborative Adaptation Research Initiative in Africa and Asia (CARIAA), sostenuta dai fondi del Centro di ricerca per lo Sviluppo Internazionale canadese e dal Dipartimento dello Sviluppo Internazionale del Regno Unito.
«Bisognava rispondere alla richiesta di informazioni affidabili sul clima, per consentire agli agricoltori di lavorare. Così abbiamo pensato che fosse una buona occasione per riunire meteorologi e persone che tradizionalmente avevano fatto affidamento su conoscenze indigene per ricavare le previsioni», ha detto Evans Kituyi, senior specialist del programma.
Ormai sono nove mesi che il programma radiofonico aiuta gli agricoltori locali a ridurre l’incertezza. Quest’anno, ad esempio, le piogge di febbraio non sono state sufficienti e i contadini, su consiglio di Nganyi RANET, hanno atteso il 23 marzo per seminare.
Informazione ambientale in modulazione di frequenza
Un lavoro molto simile lo sta svolgendo RANET Bulala Fm nella contea di Busia. Lo scopo qui è contribuire a ridurre le morti e i danni causati dalle inondazioni che seguono le piene del fiume Nzoia.
«Monitoriamo i centri di raccolta dell’acqua piovana sulle colline di Cherangani, Elgon e Kakamega – spiega Samuel Enos Namuleli, meteorologo responsabile della radio – Il livello di guardia dovrebbe essere 5,3 metri. Quando l’acqua raggiunge questa quota lanciamo un avvertimento».
Ogni ora, la stazione trasmette informazioni meteo e informazioni sull’ambiente. Vengono invitati in trasmissione esperti dei ministeri dell’Agricoltura, della Sanità e dell’Istruzione, e in corrispondenza di eventi estremi si avvertono le comunità che di eventuali evacuazioni o della chiusura delle scuole.
In tutto le stazioni in Kenya sono cinque: delle altre tre, a Kagema ci si occupa di monitorare il problema delle frane e a Narok la siccità, così come a Kwale, dove però si riscontra anche quello delle inondazioni.