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Green job: dalla geotermia di nuova generazione 30mila posti di lavoro

In Italia sono in corso di sviluppo 10 progetti pilota per lo sviluppo di impianti geotermici a media entalpia di piccola taglia che potrebbero mettere in moto investimenti privati per circa 400 mln

Green job: dalla geotermia di nuova generazione 30mila posti di lavoro

 

(Rinnovabili.it) – “La geotermia rappresenta un’opportunità reale di sviluppo economico sostenibile per il Paese”. Ne sono convinti Legambiente e Kyoto Club che, in collaborazione con La Nuova Ecologia, hanno scelto proprio questo tema per dare spazio ad un nuovo dibattito sul futuro energetico italiano. Alla presenza di rappresentanti di imprese, istituzioni e associazioni ambientaliste, il convegno “Speciale geotermia, il futuro a emissioni zero è già qui” ha risposto ad alcune delle domande fondamentali che questa fonte rinnovabili oggi pone. A partire dal contributo dell’energia della terra alla crescita occupazionale: se si parla di geotermia di nuova generazione, lontano dunque dai vecchi e criticati impianti ad alta entalpia della Toscana, esistono 30.000 di green job potenziali da realizzare; 27mila in più degli occupati attuali nel comparto (indotto escluso). Questo però, a patto che condizioni di mercato e normative consentano di sfruttare appieno tale potenziale.

 

“Per concretizzare questa prospettiva, è importante che tutti facciano la propria parte: le imprese nell’operare in maniera responsabile e partecipata rispetto ai territori, i cittadini nell’accettare la sfida del dialogo. E la politica, a cui spetta la definizione di un quadro normativo semplificato e favorevole allo sviluppo di un’economia energetica sostenibile”.

 

Oggi impianti di vecchia generazione producono 6.000 GWh l’anno: si tratta di una tecnologia ormai superata sia per efficienza che per impatto ambientale a cui si sta rapidamente affiancando una nuova versione, più innovativa e a detta dei tecnici più sostenibile. In Italia sono in corso di sviluppo 10 progetti pilota per lo sviluppo di impianti geotermici a media entalpia di piccola taglia che potrebbero mettere in moto investimenti privati per circa 400 milioni di euro. “La sfida di un futuro rinnovabile – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera – non può fare a meno dalla geotermia e in particolare non può prescindere dalle opportunità che arrivano dalla geotermia a bassa e media entalpia”.

Tecnologie più evolute, trasparenza, certezza delle procedure e dei tempi, e un ampio confronto con i territori (in passato spesso scavalcati) sono però elementi imprescindibili per realizzare una società low carbon basata sulla geotermia. “L’innovazione energetica – ha aggiunto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – sta procedendo velocemente anche in un settore ‘storico’ delle fonti rinnovabili, come quello della geotermia. Abbiamo l’opportunità di produrre energia pulita da risorse geotermiche a profondità e temperature inferiori rispetto al passato (media e bassa entalpia), attraverso impianti più piccoli, che meglio si possono integrare rispetto ai delicati equilibri del sottosuolo”.

L’appuntamento è stato anche l’occasione per conoscere la piattaforma tecnologica proposta da ITW LKW Geotermia Italia, che realizzerà un impianto sperimentale da 5MW a Castel Giorgio (Terni). La centrale grazie ad un sistema chiuso a ciclo binario che esclude il rilascio di emissioni in atmosfera, trasformerà in energia elettrica i fluidi geotermici ad una profondità di circa 1.000 mt, producendo 40 GWh/anno di energia elettrica.