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Dal MEF la certezza che a Durban non ci sarà un accordo vincolante

Riuniti a Bruxelles in occasione del MEF Connie Hedegaard e Todd Stern hanno dichiarato di non aspettarsi un accordo giuridicamente vincolante neanche in occasione del prossimo vertice, in programma a Durban per fine anno

(Rinnovabili.it) – Anche se ormai mancano solo pochi mesi all’incontro che a dicembre vedrà i grandi della terra di nuovo insieme in Sud Africa per discutere sul futuro climatico del pianeta, i maggiori inquinatori sembrano essere convinti che *l’accordo non ci sarà*.
A seguito del _MEF_ (Major Economies Forum) che ha visto riuniti i rappresentanti di 17 paesi, sia il negoziatore statunitense per il Clima Todd Stern sia il Commissario europeo al Clima Connie Hedegaard hanno dichiarato nella giornata di ieri che non credono si arriverà ad una svolta nell’incontro programmato per fine anno.
“Da quello che ho sentito in questi ultimi due giorni, si può concludere che è altamente improbabile che il mondo vedrà firmato un accordo giuridicamente vincolante a Durban” ha dichiarato la Hedegaar “Non perché si pensa non sia importante, ma perché c’è la sensazione che non ci si riesca neanche a Durban”.

Nonostante dichiarazioni di questo tipo siano state rilasciate dalle economie maggiori anche in vista degli incontri di Copenhagen prima e di Cancun poi, i paesi in via di sviluppo, il cui futuro dipende dagli incontri di fine anno, rimangono ancorate alla speranza di un accordo che gli dia possibilità concrete.
“Penso ci siano diversi modi di vedere la necessità o meno di raggiungere un accordo giuridicamente vincolante” ha dichiarato Stern “La nostra visione negli Stati Uniti è che non sia strettamente necessario per intraprendere un percorso corretto”.
Nonostante a Cancun non sia stato raggiunto un accordo, sono stati definiti dei percorsi che stanno proteggendo le foreste tropicali, schemi che stanno agevolando il trasferimento di tecnologie pulite nei paesi più poveri garantendone al contempo la salvaguardia e lo sviluppo, aiutandoli ad adattarsi ai cambiamenti climatici, senza tralasciare la definizione di un fondo da *100 miliardi di dollari* a favore del sostegno dei paesi più vulnerabili. Nonostante ciò rimangono però senza soluzione alcuni dei problemi che continuano a preoccupare le economie: come la sorte del Protocollo di Kyoto, prossimo alla scadenza, e la definizione di uno schema che regoli le emissioni provenienti dal comparto aeronautico e navale.