Ieri, a Roma, la giornata di lavoro sull’uso efficiente delle risorse, la chiave per rilanciare in Europa una crescita durevole e di qualità
Garantire un lavoro al 75% delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni, investire il 3% del PIL in ricerca e sviluppo, raggiungere i traguardi del 20-20-20, assicurare un tasso di abbandono scolastico inferiore al 10% e togliere dal rischio povertà almeno venti milioni di persone. Non si tratta di un ennesimo mulino a vento donchisciottiano, ma degli obiettivi proposti dalla Commissione europea per un’Europa che vola e si rinnova verso il 2020. La giornata di lavoro sull’uso efficiente delle risorse, organizzata nella giornata di ieri a Roma dalla Rappresentanza italiana della Commissione europea, va ad inquadrarsi nell’ambito della Green Week 2011, il più grande appuntamento annuale sulla politica ambientale dell’Unione europea. Tanti i rappresentanti coinvolti, dalle istituzioni europee a quelle nazionali, regionali e locali, fino anche al mondo della ricerca, uno il messaggio: l’uso efficiente delle risorse è la chiave per rilanciare in Europa una crescita economica durevole e di qualità.
Quando si parla di efficienza, si pensa subito a quella energetica, senza considerare che esistono tantissimi altri contesti in cui essa può essere declinata, come per esempio quello delle risorse naturali. “Lo sviluppo economico – ha commentato Pia Bucella, della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea – non può non essere legato a una gestione più efficiente delle risorse naturali, quali suolo, rifiuti, acqua e biodiversità”. Le risorse naturali sono alla base dell’operatività dell’economia europea e mondiale e della qualità della nostra vita, riporta la Comunicazione sul tema lanciata dalla Commissione. Esse comprendono materie prime quali i combustibili, i minerali e i metalli, ma anche le sostanze alimentari, il suolo, l’acqua, la biomassa e gli ecosistemi. Negli ultimi decenni, però, l’impiego intensivo delle risorse mondiali, in particolare di quelle non rinnovabili, ha esercitato enormi pressioni sul nostro pianeta e minacciato la sicurezza degli approvvigionamenti al punto da non rendere più sostenibile l’applicazione degli attuali modelli di utilizzo. Tanti sono stati i mutamenti a cui è stato sottoposto il nostro continente, tra i quali la terribile crisi economica e finanziaria degli ultimi due anni, dalla quale, però, ne uscirà rafforzato: parola del Presidente Barroso e della Strategia Europa 2020.
In un percorso fatto di obiettivi e di strumenti, il vecchio continente ce la sta mettendo tutta. “Siamo alla vigilia di un grande cambiamento – ha detto Maria Grazia Midulla del WWF Italia – un cambiamento che dovremmo affrontare a partire da un cambio di mentalità”. Uscire dalla crisi e certamente una priorità, ma ancora più importante è cercare di non tornare alla situazione precedente alla crisi. Oggi più che mai risulta essenziale la condivisione, lo scambio di esperienze, le partnership: insomma, una risposta coordinata a livello europeo, anche con le parti sociali e la società civile. Per conseguire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, infatti, l’Europa pretende un’azione collettiva e la riuscita di questo percorso dipenderà da una strategica traduzione degli obiettivi nei vari piani nazionali.
E in Italia cosa succede? “In Italia siamo abituati a operare nell’emergenza” ha commentato severo l’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Marco Mattei. “La sostenibilità ambientale non può dipendere dalla soggettività di chi governa – ha chiosato – ma deve diventare qualcosa di oggettivo, nell’ambito di una guida che è rappresentata dall’Europa”. Il segreto, dunque, sta nel prevenire e programmare.
E c’è di più. Finalmente si inizia a capire che la tutela dell’ambiente e il risparmio delle risorse convengono anche sotto il profilo economico. Il Prof. Giovanni Scarano, docente di Economia dell’Ambiente all’Università degli Studi Roma Tre, ha fornito una panoramica di quelle che sono le connessioni tra l’economia e l’ambiente. “La scelta europea di privilegiare le rinnovabili nel Piano 20-20-20 – ha detto Scarano commentando i costi ancora troppo alti delle rinnovabili – è una scelta coraggiosa”. Ma il risparmio energetico conviene e l’Europa ha a disposizione uno strumento molto importante su cui contare: la contabilità ambientale, una disciplina statistica che integra gli aspetti ambientali con quelli economici e che, dal 2012, potrà avvalersi di standard internazionali di riferimento, utili per la collettività.
Insomma, l’unione fa la forza. Incentrarsi sull’impiego efficiente delle risorse è al tempo stesso un’esigenza e un’opportunità per il nostro continente. Il quadro di riferimento offerto dall’Europa mira ad assicurare che le strategie a lungo termine in settori quali l’energia, il mutamento climatico, la ricerca e l’innovazione, i trasporti e l’ambiente producano risultati in termini di efficienza nell’impiego delle risorse. Ma per sviluppare al meglio una tale strategia è necessario il contributo di tutti. Mancano ancora nove anni al fatidico 2020. Chissà come andrà a finire…