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Energia dai rifiuti, in rete oltre 5 TWh in un anno

Nell’ultimo anno l’Italia ha recuperato 4.193 GWh di elettricità e 1.508 GWh di energia termica, abbastanza energia da contribuire al fabbisogno di una città come Napoli

Energia dai rifiuti, in rete oltre 5 TWh in un anno

 

(Rinnovabili.it) – Ottenere energia dai rifiuti è una strada già da tempo percorsa con successo da molti Paesi dell’Europa.  E nonostante i primi della classe risultino essere gli Stati più a nord come la Germania, la Svezia o la Norvegia, anche in Italia qualcosa sta cambiando. Solo nell’ultimo anno il Bel paese ha recuperato dal trattamento dei rifiuti urbani ben 4.193 GWh di elettricità e 1.508 GWh di energia termica. Una quantità, ci dice oggi l’Ispra, che potrebbe contribuire significativamente ad alimentare una città delle e dimensioni di Napoli o Torino. Il dato è solo uno dei tanti estrapolato dall’indagine “Recupero energetico dai rifiuti urbani in Italia”, lanciata oggi dall’Istituto in collaborazione con Federambiente. Nonostante la questione incenerimento rifiuti debba essere presa con le pinze, per un Paese in cui la cattiva gestione della spazzatura sembra essere divenuto un problema endemico e in cui l’export, pagato, dei rifiuti speciali è in continuo aumento, non si può chiudere gli occhi sul sistema industriale di valorizzazione energetica da RU.

 

D’altra parte, spiegano gli autori del report, a livello impiantistico siamo perfettamente in linea con le realtà europee più avanzate, (in termini di tecnologie e prestazioni ambientali), tuttavia una parte consistente degli impianti censiti – 21 dei 45 oggi operativi sul territorio – presenta una capacità di trattamento piuttosto ridotta, non superiore alle 300 t/g, contro una media nazionale di quassi 490 t/g. Nel dettaglio 28 impianti (con 56 linee) si trovano nelle regioni del Nord, 9 (con 16 linee) in quelle del Centro e 8 (con 16 linee) in quelle del Sud, che nel complesso hanno trattato il 18,2% dei rifiuti urbani prodotti in Italia.

 

“I combustori a griglia – si legge nella nota stampa del rapporto – rappresentano la tipologia d’impianto di gran lunga più diffusa (87,3% della capacità di trattamento complessiva), seguiti dal letto fluido (10,8%) e dal tamburo rotante (2,0%)”.  Per quel che riguarda infine i residui del trattamento, nel 2013 la produzione di scorie è stimata intorno a quasi 993 mila tonnellate, alle quali vanno aggiunte oltre 389 mila tonnellate di residui del trattamento fumi (tramite depolverazione, sistemi a “secco” e “semisecco” per la rimozione dei gas acidi e la riduzione selettiva degli ossidi di azoto). L’82% delle scorie è stato avviato a recupero, mentre il restante 18% è stato smaltito.