La diga di Siviens rispetta la direttiva sulle acque? I dubbi di Bruxelles sul maxi progetto di idroelettrico che è costato la vita al giovane Remi Fraisse
(Rinnovabili.it) – Forse Remi Fraisse, non è morto invano. Forse la sua lotta contro la grande opera di idroelettrico francese non è stata inutile. La Commissione europea ha inviato alla Francia il secondo avviso prima di una formale apertura della procedura di infrazione: l’intento è capire come si possa conciliare il diritto ambientale Ue con un progetto come quello della diga di Siviens, che ha scatenato una feroce opposizione popolare. Le proteste hanno seguito un’escalation che ha avuto il suo apice il 25 ottobre scorso, quando una granata lacrimogena – lanciata ad altezza uomo dalla polizia – ha colpito alla schiena e ucciso uno studente di 21 anni, Remi Fraisse. Ora la Francia dovrà spiegare come il progetto possa rispettare l’articolo 4 della direttiva sulle acque, che disciplina la gestione sostenibile delle risorse idriche a lungo termine, nel tentativo di evitarne il deterioramento.
«Le autorità francesi sembrano aver autorizzato il progetto senza una valutazione completa di tutti gli effetti che l’impianto potrebbe avere sull’ambiente – dichiara Enrico Brivio, portavoce della Commissione –Sembra che l’approvazione governativa sia arrivata nonostante il degrado ambientale dei corpi idrici in questione e l’ulteriore danno che il progetto potrebbe provocare».
Lo Stato, adesso, ha due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles, anche se i lavori alla diga di Siviens sono stati sospesi fino a fine anno per tentare un dialogo con i manifestanti. Si cerca un’alternativa per la gestione del corso d’acqua interessato.
Siamo molto contenti della decisione della Commissione – esulta Ben Lefetey, un leader del Colectif Testet, tra gli organizzatori delle proteste alla diga nel sud-ovest del Paese – Con questa lettera Bruxelles sta dicendo che il governo francese, con questo progetto, non rispetta la legge naturale e diritto europeo».
Gli ambientalisti hanno aspramente condannato gli impatti della diga, come l’allagamento di 13 ettari di zone umide che attualmente ospitano 94 specie protette di mammiferi, uccelli, farfalle e serpenti.
«La qualità dell’acqua del fiume Tescou sarebbe a rischio per colpa della diga – spiega Lefetey – e il suo volume si ridurrebbe considerevolmente dato che molta parte verrebbe utilizzata per soddisfare le esigenze di 30 aziende intenzionate ad aumentare la produzione di mais. Un tipo di produzione che utilizza molti pesticidi e fertilizzanti».