I professionisti ambientali hanno un ruolo ormai sempre più importante: guidano le aziende in percorsi di gestione delle risorse e in ristrutturazioni energetiche che ne limitino consumi e costi. Una figura che cresce, nonostante la crisi economica
(Rinnovabili.it) – I professionisti ambientali sono ultimamente tra le figure professionali più richieste. Chiamate dalle aziende, aiutano le strutture a ridurre i costi energetici suggerendo manovre semplici ma efficaci che portano ad abbassare consumi energetici e costi organizzando un nuovo sistema di gestione che sia efficiente dal punto di vista energetico.
A rivelare questa nuova tendenza lo “IEMA”:https://www.iema.net/, l’Istituto britannico per la Gestione e la Valutazione Ambientale (Institute of Environmental Management and Assessment) che ha rivelato come in Gran Bretagna le aziende stiano tentando di ottenere un risparmio complessivo calcolato in circa 23 miliardi che il Defra ritiene raggiungibile attraverso l’adozione di piccole e semplici misura, non troppo costose con particolare interesse dimostrato da parte delle aziende che producono Hi-Tech. Secondo i dati elaborati dallo IEMA le competenze ambientali sono viste dalle aziende come una spesa utile, per questo affrontata con tranquillità anche quando elevata. Per questo infatti il settore è riuscito a mantenere una certa stabilità anche durante il periodo di crisi. “In effetti, gli stipendi sono aumentati negli ultimi tre anni – in parte a causa della presa di coscienza delle aziende che hanno ottenuto i tangibili benefici commerciali che possono derivare dall’impegnarsi con pratiche eco-sostenibili e prodotti”, ha aggiunto Andrew Tew, consulente presso la Acre Resources.
Molti degli intervistati hanno infatti dichiarato di essere passati da tutt’altro ruolo ad un ruolo che avesse a che fare con l’ambiente proprio in ragione del fatto che la sostenibilità sta interessando sempre di più i settori di produzione e di consulenza delle aziende. Circa un quinto di queste persone ha detto l’ambiente è diventata un’accezione vitale per lo sviluppo di un ruolo già esistente, giustificando così l’interesse per i nuovi ruoli intrapresi mentre il 45 per cento ha dichiarato di aver cambiato impiego perché interessato alle questioni ambientali.