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L’eco-cemento prodotto combinando batteri e rifiuti

Un team di ricercatori sta sviluppando un nuovo eco-cemento miscelando i batteri del suolo con sabbia, scarti industriali e riso, risparmiando energia e riducendo le emissioni

eco cemento(Rinnovabili.it) – Sono le piccole cose a fare la differenza e mai come in questo caso l’affermazione sembra rivelarsi vera. Un team di scienziati e ricercatori sta lavorando ad un progetto europeo che permetterà di creare un eco-cemento coltivato a partire dai batteri.

 

L’industria delle costruzioni pesa sull’ambiente per il 40% delle emissioni e della richiesta energetica, la sola produzione di cemento incide a livello globale del 5% sulle emissioni di biossido di carbonio. Grazie all’Eco-cemento che sta elaborando questo team sarà possibile abbattere non solo il livello di inquinamento prodotto dalla filiera, ma anche risparmiare energia e materie prime.

 

“La materia prima è composta sostanzialmente da rifiuti – precisa Laura Sánchez Alonso, ingegnere presso Essentium Group, il gruppo a capo del progetto – quindinon sosteniamo i costi per l’estrazione del materiale, come avviene invece per il cemento. Non abbiamo nemmeno le spese per l’energia, che un’industria che produce cemento deve mettere in conto”.

 

Sono infatti sufficienti solo 30 °C costanti per produrre l’eco-cemento partendo da uno dei batteri più comuni, il batterio del terreno, che viene miscelato in una purea di urea e sostanze nutritive che lo rivitalizzano dando inizio al processo.

 

 “All’interno di questa miscela – commenta Piero Tiano, ricercatore dell’Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali – i batteri ricominciano a svilupparsi e aumentano di numero. Abbiamo bisogno infatti di una certa quantità di batteri per creare il materiale. Dopo circa 3 ore di fermentazione, il nostro mix è pronto per l’uso”.

I batteri vengono quindi aggiunti al composto di materiali riciclati come sabbia, rifiuti di cemento industriale e cenere di scarto del riso, avviando una fusione delle particelle che porta naturalmente a produrre carbonato di calcio.  Il processo produttivo tradizionale avrebbe invece richiesto 1.400-1.500 gradi per raggiungere le temperature ideali per convertire il calcare in cemento, con un dispendio di energia decisamente superiore.

I test condotti sino ad ora sull’eco-cemento sono stati incoraggianti tuttavia, come sottolinea Linda Wittig, chimica industriale presso Fraunhofer-IFAM, il numero di batteri inseriti nel composto è fondamentale per garantire la giusta resistenza al materiale. “La presenza di maggiori batteri non porta il prodotto ad essere più resistente. Anzi, a volte troppi batteri possono essere deleteri per il materiale finale. Per produrre il cemento occorre trovare il numero giusto di cellule”.

 

Per il momento il composto viene utilizzato al posto della malta, data la sua elasticità e resistenza, ma la ricerca prosegue nella direzione indicata e secondo il team, entro 10 anni il cemento ecologico sarà disponibile sul mercato Europeo.

 

 

 

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.