Xiluodu, Xiangjiaba, Wudongde e Baihetan. Quattro nuovi impianti che a regime doppieranno la potenza dell’immensa Diga delle Tre Gole, producendo 190 TWh l’anno
(Rinnovabili.it) – Dopo il vento è la volta dei fiumi. La Cina è intenzionata ad alzare il tiro sulla nuova potenza idroelettrica programmabile a livello nazionale per non fallire i propri obiettivi verdi sul consumo energetico. Come ha ricordato oggi Han Wenke, direttore del Centro di ricerca energetica a National Development and Reform Commission, il governo è infatti intenzionato ad aumentare la quota di fonti non fossili al 20% entro il 2030, e ad oltre il 30% per il 2050 e la neo-strategia di sviluppo su cui punta Pechino non dimentica la fonte idroelettrica. La Repubblica popolare intende investire ben 400 miliardi di yuan (62 miliardi dollari) nella costruzione di quattro nuove dighe – Xiluodu, Xiangjiaba, Wudongde e Baihetan – sul fiume Jinsha, un affluente del Yangtze.
La capacità installata totale dei quattro impianti, tutti sotto la gestione della China Three Gorges Corp, sarà di 43 GW, ben oltre il doppio della potenza del Progetto Tre Gole, la diga più grande al mondo in termini di produzione elettrica. A conti fatti si tratta di 190 TWh l’anno una volta che tutti e quattro i sistemi saranno a regime. Il progetto non lesina delle preoccupazioni soprattutto in considerazione del fatto che il progetto Tre Gole è ancora al centro di intese discussioni in merito all’impatto ambientale e geologico. Tuttavia più di un esperto del settore ha sostenuto che per il paese proseguire con lo sviluppo di centrali idroelettriche è un passo quasi obbligato. “Aumentare la produzione idroelettrica è ancora una priorità per il settore energetico”, ha detto Ouyang Changyu, vice segretario generale del China Electric Council. “Finché il governo sarà in grado di bilanciare la contraddizione tra la costruzione di centrali idroelettriche e l’ambiente, si può continuare su a sviluppare questa fonte ad un ritmo ragionevole”.