La nave simbolo di Greenpeace torna in Italia per denunciare quello che definisce il peggior attacco mai concepito ai danni del nostro mare
(Rinnovabili.it) – “Alle ‘trivelle facili’ di Renzi diciamo no. Non passeranno. E al fianco dei ‘comitatini’ diciamo forte e chiaro: il mare e i territori sono la vera ricchezza di questo paese, non il petrolio”. Così Greenpeace Italia, attraverso le parole di Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare dell’associazione, fa sapere di continuare a tenere alta la guardia sulle acque del Mediterraneo. Il compito di sentinella è affidato alla Rainbow Warrior, nave simbolo di Greenpeace, che è approdata oggi in Italia per continuare la sua campagna di sensibilizzazione “Non è un Paese per fossili”. E non a caso, il tour toccherà le coste della Sicilia, una delle aree maggiormente interessate da progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare con tenuti nel decreto “Sblocca Italia”. “Non potevamo ammainare le vele proprio ora che si va preparando il peggior attacco mai concepito ai danni del nostro mare” – dichiara Monti. “Il decreto ‘Sblocca Italia’ indebolisce le valutazioni d’impatto ambientale, già oggi spesso lacunose, ed emargina i governi locali, che avranno ben poca voce in capitolo rispetto a progetti che impatteranno pesantemente sui loro territori”.
Sono i numeri stessi a dare ragione a Greenpeace: secondo le stime del MISE nei nostri fondali sarebbero nascosti circa 10 milioni di tonnellate di petrolio, un quantitativo sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale per sole 8 settimane. L’associazione si recherà a Licata da venerdì 10 a domenica 12 per incontrare amministrazioni e comitati locali; quindi sarà la volta di Siracusa dal 17 al 19 per incontrare i parlamentari siciliani e denunciare le ultime richieste di ricerca petrolifera nel Canale di Sicilia. Il tour si concluderà a Napoli, il prossimo 22 ottobre, con il lancio di un messaggio rivolto a tutta l’Europa: “è ora di invertire marcia e puntare sulle rinnovabili”. All’appello hanno risposto già in 70 mila con una firma sulla petizione #NonFossilizziamoci