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Nobel per la fisica ai padri del LED blu

Il prestigioso premio è stato assegnato a Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura. I tre scienziati, con l'invenzione del diodo a emissioni blu, hanno permesso di ottenere per la prima volta la luce bianca

Nobel per la fisica ai padri del LED blu

 

(Rinnovabili.it) – Ha più di 50 anni ma non li dimostra, anzi dispetto della sua età è ancora oggi sinonimo di innovazione in un campo, quello della tecnologia, dove ogni novità diviene superata nel giro di pochi mesi. Parliamo del LED, acronimo dell’inglese Light Emitting Diode, ovvero diodo a emissione luminosa. Agli inventori della “versione blu” di questo dispositivo optoelettronico è stato assegnato stamattina il premio Nobel per la Fisica. A ritirarlo il prossimo dicembre, durante la premiazione presso la Stockholm Concert Hall, saranno gli scienziati giapponesi Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e l’americano Shuji Nakamura. A loro, infatti, si deve la creazione della vera svolta nella tecnologia dei LED: la progettazione del primo del diodo a emissione blu, quello per intenderci che ha permesso di “completare il quadro” ed ottenere dispositivi a emissione di luce bianca necessaria per l’illuminazione. Prima di allora infatti esistevano solo Led di colore rosso e verde, le cui applicazioni in illuminotecnica erano ovviamente molto limitate.

Nella pratica la luce blu si è dimostrata molto più difficile da ottenere; basti pensare che dal primo Led (rosso), inventato intorno al 1960 da Nick Holonyak, ci è voluto oltre un quarto di secolo prima di riuscire a completare lo spettro della luce visibile.

 

 

La scommessa vinta dai tre fisici ha una portata storica. I Led a luce bianca infatti sono quasi venti volte più efficienti delle lampadine tradizionali e possiedono una durata media di 100.000 ore – contro le 1000 delle lampade a incandescenza e le 10.000 ore di quelle a fluorescenza. Le straordinarie prestazioni derivano dal fatto che questi dispositivi convertono l’energia elettrica direttamente in fotoni di luce, senza gli sprechi termici dei vecchi bulbi che al contrario consumano corrente per riscaldare il filamento interno fino a farlo brillare. All’interno di un LED, la corrente raggiunge un sandwich di materiali semiconduttori, che emettono una particolare lunghezza d’onda luminosa in funzione della composizione chimica degli stessi semiconduttori. E il nitruro di gallio è l’ingrediente chiave utilizzato dai premi Nobel per i loro diodi a emissione luminosa blu.

Sono molto onorato di ricevere il premio Nobel dall’Accademia reale svedese delle Scienze per l’invenzione dei Led”, ha commentato Nakamura. “E’ molto gratificante vedere che il sogno di illuminazione Led sia diventato una realtà. Mi auguro che possano contribuire a ridurre il consumo di energia e i costi di illuminazione in tutto il mondo”.