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Crediti in eccesso, l’ETS europeo rischia di fallire

La charity londinese Sandbag pubblica un nuovo rapporto sul sistema europeo di scambio delle emissioni di anidride carbonica (EU ETS) dal titolo “Buckle Up! Tighten the cap and avoid the carbon crash” rivelando: 1,7 miliardi di quote andrebbero rimosse dal mercato in previsione della fase 3

Meno crediti sul mercato ed un tetto più severo nella prossima fase di implementazione. La charity inglese Sandbag presenterà questo pomeriggio il proprio rapporto annuale sul sistema europeo di scambio delle emissioni di anidride carbonica (EU ETS – Emissions Trading Scheme), il meccanismo continentale per la riduzione dei gas inquinanti che obbliga vari settori industriali a consegnare crediti pari alle tonnellate di CO2 prodotte ogni anno. Le quote, distribuite fino al 2012 su base gratuita, possono essere vendute e comprate in un mercato ad hoc, con il prezzo determinato dall’ammontare di domanda e offerta. Sandbag prevede che in assenza di un’adeguata riforma del sistema di allocazione in senso restrittivo il mercato possa essere inondato da una valanga di permessi, consentendo così alle aziende nei settori industriali di implementare tagli limitati alle emissioni ed evitare i necessari investimenti in tecnologie verdi. Secondo i dati del rapporto, il calo di CO2 registrato negli ultimi anni è dovuto per la gran parte alla diminuzione dell’attività economica a seguito della recessione, il che potrebbe contribuire a generare un surplus inaspettato di crediti pari a 672 milioni di tonnellate, da poter utilizzare nella fase successiva dell’ETS (fase 3: 2013-20). Tradotto in soldoni, i settori del ferro e del cemento potrebbero per esempio vantare crediti del valore di 2,6 e 2,3 miliardi di euro rispettivamente. Se a ciò si aggiunge il generoso meccanismo per la determinazione del tetto di emissioni consentite, i ricercatori di Sandbag prevedono un eccesso totale di allocazione durante la fase 3 di circa 1,9 miliardi di quote, con il rischio di spingerne ulteriormente il prezzo verso il basso (attualmente oscilla tra i 13 e i 16 euro) e limitare la potenziale riduzione di gas serra. “Ci rivolgiamo ai politici di tutta Europa affinché supportino l’introduzione di un tetto più restrittivo” afferma Damien Morris, Senior Political Advisor a Sandbag ed autore principale del report. La charity auspica la rimozione e successiva cancellazione di 1,7 milioni di tonnellate di quote dal mercato, nonché la riduzione del 2,4% su base annua delle emissioni consentite nella prossima fase (attualmente è fissata all’1,74%). “Se Bruxelles fallisce nel riformare l’ETS, è la stessa Unione Europea a rischiare il fallimento in un settore nel quale potrebbe essere all’avanguardia su scala mondiale” è il commento della Baronessa Bryony Worthington, fondatrice di Sandbag.