Grazie a ForestGEO si è scoperto che gli alberi più vecchi crescono più velocemente e immagazzinano un quantitativo maggiore di anidride carbonica
(Rinnovabili.it) – Quando un albero è maturo cresce più in fretta ed immagazzina una maggiore quantità di anidride carbonica. La scoperta è da assegnare a Richard Condit, scienziato dello Smithsonian Tropical Research Institute che ha ideato un innovativo metodo di analisi in grado di valutare e misurare oltre 600mila alberi appartenenti 403 differenti specie.
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature, gli alberi aumentano di massa più velocemente mano a mano che invecchiano. La scoperta indica che la crescita della maggior parte degli alberi accelera con l’invecchiamento e suggerisce che i grandi alberi maturi possano svolgere un ruolo inaspettatamente dinamico nel rimuovere il carbonio dall’atmosfera.
“Invece di diminuire o cessare la crescita e il sequestro del carbonio, come ipotizzato in precedenza, la maggior parte degli alberi più antichi nelle foreste di tutto il mondo in realtà cresce più rapidamente, catturando più carbonio”, ha specificato Condit. “In un anno, un grande albero può aumentare di peso l’equivalente di un intero piccolo albero.”
“Se la crescita umana procedesse alla stessa velocità un uomo di mezza età si troverebbe a pesare oltre mezza tonnellate e più di una tonnellata a fine vita” ha commentato Nate Stephenson, autore principale ed ecologo forestale per il Servizio Geologico statunitense.
Questa nuova teoria va quindi a modificare tutte le certezze diffuse ad oggi che puntavano al rimboschimento con giovani esemplari per ridurre la quantità di CO2 presente nell’aria. Ne è un esempio il programma delle Nazioni Unite REDD+ che si basa sull’idea che la conservazione e il rimboschimento riesca a mitigare il riscaldamento globale riducendo l’anidride carbonica nell’atmosfera.
“ForestGEO è ora il Sistema gli osservazione forestale più importante al mondo, con 53 piazzole di monitoraggio in 23 paesi e oltre 80 istituzioni partner”, ha detto Stuart Davies, direttore del ForestGEO. “Ci auguriamo che i ricercatori continuino a lavorare con i nostri dati e il nostro staff per la formulazione di nuove domande e nuove teorie su come le foreste rispondono ai cambiamenti globali.”