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Noleggiare un’auto oggi è green

Il noleggio a lungo termine è di per sé un’opzione sostenibile; Arval l’ha magnificata, agendo sia sulla selezione della flotta a disposizione che sulla sensibilizzazione di chi la sceglie

È già da un po’ di tempo che si sente parlare della svolta “verde” che tante aziende appartenenti a vari settori hanno messo in atto. Dalla cosmesi all’alimentare, così come dall’arredamento all’abbigliamento, a tutti oggi piace “lavarsi di verde”; un po’ perché fa moda, e spesso lo si fa per sentirsi a posto con la coscienza, ma un po’ anche per convinzione ed è in questo caso che vengono messe in piedi operazioni veramente virtuose, capaci di apportare benefici reali all’ambiente in cui viviamo noi oggi e che sarà dei nostri figli domani. Non è rimasto immune da questo processo performante nemmeno il settore dell’automotive, oggi più che mai concentrato sull’individuazione di soluzioni capaci di ridurre al minimo emissioni e consumi, all’interno del quale un posto particolare è occupato dal noleggio a lungo termine (nlt). Ne abbiamo parlato con Valeria Evangelista, CSR Manager di Arval, la società del gruppo bancario BNP Paribas che dal 1995 si occupa di nlt in 22 Paesi europei, tra cui l’Italia.
La Dott.ssa Evangelista ci ha spiegato che quella a lungo termine è un’opzione di noleggio che a ben vedere presenta di per sé delle caratteristiche di sostenibilità. Innanzitutto perché i veicoli in circolazione sono “giovani” (la durata media di un contratto di nlt è di circa 3 anni) e come tali hanno motorizzazioni efficienti (tutti Euro 4 o superiori) e dotazioni di sicurezza aggiornate; poi perché sono costantemente monitorati e sottoposti a periodiche visite manutentive durante la loro vita che li rendono meno inquinanti e più affidabili.
Arval ha scelto di offrire soluzioni di mobilità sostenibile dove il rispetto per l’ambiente, le persone e la sicurezza hanno trovato la loro naturale declinazione. Senza per nulla dipendere dalla moda del momento, essa ha infatti anticipato in tempi non sospetti ciò che oggi è diventato più “popolare”.

Dott.ssa Evangelista, qual è lo stato dell’arte oggi in Italia e quale la situazione negli altri Paesi europei?

In Italia, come nel resto d’Europa, l’attenzione nei confronti di una mobilità sostenibile è attualmente in cima alle priorità di molti attori di tutto il comparto automobilistico (case costruttrici oppure operatori professionali della mobilità come ad esempio Arval) nonché di istituzioni pubbliche e aziende. Una delle differenze principali tra il nostro Paese e la maggior parte dei Paesi europei è la mancanza di un sistema di incentivazione nazionale, sia che si tratti di una tassazione proporzionale alle emissioni di CO2, piuttosto che di contributi all’acquisto o all’utilizzo di veicoli ad alimentazione alternativa, dunque più sostenibili. Ciononostante, le aziende italiane si sono mosse autonomamente e indipendentemente da possibili interventi statali per rendere il loro parco auto più green o per motivazioni di carattere economico (ex auto che emettono meno consumano anche meno), o per adeguarsi alle policies di carattere internazionale, oppure per poter avvantaggiarsi delle facilitazioni previste per l’accesso ai centri cittadini. Una tendenza confermata dal Barometro dei Veicoli Aziendali, la ricerca che annualmente conduciamo su un panel di aziende rappresentativo del tessuto imprenditoriale italiano ed europeo attraverso il Corporate Vehicle Observatory. Tutti i dati degli ultimi anni, infatti, confermano che le aziende italiane hanno adottato le stesse misure ambientali delle “colleghe” europee in favore della propria flotta, prime fra tutte l’inserimento in car policy di veicoli a basso consumo di carburante o rispondenti alle norme Euro più avanzate o ancora caratterizzati da basse emissioni di CO2.

In che modo vi interfacciate con i clienti, da una parte, e con le officine a voi collegate, dall’altra, sul piano della mobilità sostenibile?

Arval muove ogni giorno oltre 130.000 auto sul territorio. Genera pertanto degli impatti ambientali forti, seppur indiretti, derivanti dalle scelte e dall’utilizzo dei veicoli fatti dalle aziende clienti. Ed è proprio questa presa di coscienza che ci ha portato a concepire nel 2005, Ecopolis, un dettagliato percorso di responsabilità sociale, con cui ci siamo posti l’obiettivo di rendere sostenibile l’intero “ciclo di vita” del servizio erogato, coinvolgendo nel nostro impegno tutti gli stakeholders del mondo automotive. Dagli approvvigionamenti, alla vendita, dall’erogazione, al fine servizio, con la vendita dell’usato, ogni fase del ciclo di vita del noleggio a lungo termine proposto da Arval è stata ripensata secondo la “catena del valore Ecopolis.” Ciò ha significato studiare prodotti di noleggio a lungo termine (Ecopolis Fleet)che potessero rendere eco-compatibili le flotte delle aziende clienti. Partendo dal footprint, cioè dalla fotografia della CO2 emessa dalla flotta dell’azienda cliente, i nostri consulenti studiano costantemente nuove car policy “green”, grazie alla proposta di modelli, alimentazioni, o cilindrate meno impattanti e alla possibilità di compensazione totale o parziale delle emissioni di CO2 emesse tramite l’acquisto di carbon credit. Ecopolis ha significato anche trasferire il nostro modo di fare business e la nostra coscienza ecologica a tutti i fornitori, creando ad esempio un network privilegiato di officine che lavorassero e pensassero sostenibile (Ecopolis Mobility Point), network selezionato in base a una serie di criteri ispirati dal principio di sviluppo sostenibile: rispetto delle normative ambientali vigenti per le strutture; vetture sostitutive a basso impatto ambientale; standard qualitativi elevatissimi; impegno nella diffusione di una cultura di mobilità sostenibile e nella promozione di azioni di sviluppo sostenibile; scelta di utilizzare strutture, impianti e attrezzature a basso impatto ambientale.
Ecopolis nel corso del tempo ha significato inoltre lavorare a stretto contatto con le istituzioni locali per creare aree e polmoni verdi fruibili dalle cittadinanze. La mobilità elettrica è per finire un ulteriore tassello di Ecopolis. Dal nostro osservatorio privilegiato sul mondo aziendale abbiamo la possibilità di posizionarci come un elemento di raccordo tra il mondo dell’industria automobilistica e le necessità registrate presso l’utente finale, cioè le aziende clienti, assumendoci il ruolo di “E-Mobility Integrator”, vale a dire di collettore e catalizzatore di esigenze, idee, iniziative provenienti dai Costruttori di auto elettriche, da Operatori del settore energetico, da Produttori di Energie rinnovabili, nonché da Clienti e Pubbliche Amministrazioni potenziali utilizzatori di auto elettriche.

Quali sono stati i risultati conseguiti con il progetto Ecopolis?

I bilanci si fanno in chiusura. Ecopolis, invece, dal 2005 non ha fatto che moltiplicare le proprie iniziative e le proprie azioni di concretezza in direzione di una mobilità sostenibile. Parlare solo di numeri sarebbe pertanto limitativo, anche se dal 2005 ad oggi possiamo dire che le emissioni di CO2 complessive del nostro parco gestito sono progressivamente diminuite, attestandosi intorno ai 136 gCO2/Km odierni. Tralasciando i numeri e facendo ora una valutazione del lavoro svolto in questi anni con le aziende e con tutti gli altri stakeholder, il risultato è più che soddisfacente, nel senso che la sensibilità alle tematiche ambientali incomincia veramente a sedimentarsi nelle scelte e nella costruzione delle car policies.
Quanto al futuro, proseguiremo senz’altro nel cammino intrapreso, pronti a cogliere e proporre alle aziende le soluzioni di mobilità che più si adattano alle loro esigenze e che al tempo stesso si rivelano, grazie anche allo sviluppo delle innovazioni tecnologiche, sempre meno impattanti sull’ambiente e più rispettose pertanto dell’aria che tutti noi respiriamo. È il caso ad esempio dei veicoli elettrici che già proponiamo a quelle aziende clienti che hanno particolari esigenze di mobilità cittadina.

In termini di vantaggi e di ritorni economici, quanto è importante per un’azienda come la vostra perseguire la tutela ambientale e diffondere un’eco-mobilità?

Contribuire a migliorare un po’ il mondo in cui viviamo è un’opportunità riservata a qualsiasi imprenditore, di qualsiasi settore merceologico che sceglie di includere la dimensione ambientale e quella sociale accanto a quella economica. Per noi in Arval progettare flotte aziendali non poteva prescindere dal considerare il contesto più ampio in cui tali flotte sarebbero andate a inserirsi:l’ambiente e la società. Da qui la nostra scelta “anticipatrice” di un approccio che poi sarebbe diventato più “popolare”, ma che per noi è sempre stato vincente proprio perché non limitato a una semplice azione di “refreshing” dell’immagine. Il fatto di essere stati dei precursori, sicuramente, ci dà un vantaggio competitivo sugli altri e ci rende agli occhi delle aziende che come anticipavamo prima incominciano a interessarsi alle tematiche di mobilità sostenibile, un interlocutore affidabile e competente.