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Emissioni diesel: dalla Germania pressioni per alzare i limiti UE al NOx

Il ministro dei trasporti tedesco scrive alla Commissione europea chiedendo il riesame degli attuali standard per gli ossidi di azoto

emissioni NOx

 

Berlino corre in soccorso dell’industria auto mettendo in discussione i limiti alle emissioni di NOx

(Rinnovabili.it) – Non tutti i medici sono concordi sui livelli di nocività degli ossidi di azoto (NOx). Questa la tesi che intende portare avanti la Germania per proteggere la propria industria auto dall’ondata di proteste anti-diesel. Una tesi che costituisce anche il fulcro della missiva inviata a Bruxelles, dal ministro dei trasporti tedesco Andreas Sheuer. Secondo quanto riportato da Bild, Sheuer avrebbe sollecitato la Commissione Europea rivedere i suoi limiti all’emissione di NOx (>40 microgrammi per metro cubo) mettendo in discussione le attuali prove scientifiche inerenti i danni sanitari.

 

Grazie ad una lunga bibliografia scientifica, oggi sappiamo che il biossido di azoto (NO2) – emesso in quantità più elevate dai motori diesel che da quelli a benzina – contribuisce in modo determinante all’inquinamento atmosferico, determinando effetti acuti sull’apparato respiratorio e quello cardiovascolare. E insieme al monossido di azoto agisce da precursore per la formazione di inquinanti secondari come ozono troposferico e il PM 2.5 e innesca meccanismi di eutrofizzazione e di pioggia acida. Per contrastare il problema, nel 2008 l’Unione Europea ha stabilito precisi limiti emissivi a questo e altri inquinanti atmosferici (direttiva 2008/50/CE). Due anni più tardi, in tutti i Paesi membri della comunità europea sono entrati in vigore i nuovi standard per gli NOx, pari a 40 µg/m3 come valore limite annuale e 200 µg/m3 come valore limite orario.

 

Ma per le grandi potenze europee, rispettare questi valori si è dimostrato molto arduo e Bruxelles è stata costretta, in questi anni, a intraprendere un’azione legale contro diversi Stati membri per il mancato rispetto della direttiva, tra cui Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna.

A inasprire il problema sono stati anche i vari scandali sulle emissioni auto, dal dieselgate e ai test ingannevoli usati dall’automotive europea: gli attuali valori sugli inquinanti certificati dall’industria dei trasporti sono ben lontani da quelli reali (Leggi anche Emissioni auto, sì ai nuovi test europei più realistici).

 

Fra tutti i Ventotto, la Germania è sicuramente quella ad avere più gatte da pelare. L’ammissione di Volkswagen nel 2015 d’aver installato software fraudolenti sui suoi mezzi per nascondere i livelli di emissioni, ha scatenato un’ondata di azioni legali e proteste in patria, costringendo il Governo a stabilire un nuovo quadro normativo per i produttori di automobili.

Eppure Berlino non molla. Spalleggiata da alcuni medici, torna alla carica sulla questione NOx, chiedendo un alleggerimento degli standard in nome di un’incertezza scientifica sui danni. Il dibattito aveva preso piede con Dieter Köhler, ex presidente della Società tedesca di pneumologia, il primo a mettere in discussione i limiti del NOx. Alcuni colleghi oggi supportano la sua posizione al punto da aver firmato un documento in cui si afferma di non vede “nessuna giustificazione scientifica per gli attuali limiti per il particolato e gli NOx”.  Poco importa se si tratti di meno il 3% dei 3.800 membri della Società di Pneumologia. Al ministro Sheuer tanto basta per non arrendersi.