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Biometano avanzato, dalle stalle alle stazioni di rifornimento

Eni e Consorzio Italiano Biogas firmano accordo per la valorizzazione del carburante 100% Made in Italy e il suo utilizzo nel settore trasporti

Biometano avanzato

 

Il biometano avanzato raggiunge la rete autostradale

(Rinnovabili.it) – Nasce dai rifiuti agricoli e zootecnici per arrivare direttamente nel motore delle auto italiane. È il biometano avanzato, protagonista del nuovo accordo tra Eni e Consorzio Italiano del Biogas. L’intesa, che s’inquadra nell’ambito del nuovo ruolo nazionale assegnato al gas, promuoverà l’uso del carburante all’interno dei trasporti nazionali. Nel dettaglio, la collaborazione si concretizzerà con l’istituzione di un tavolo di lavoro e di studio che si riunirà periodicamente per valutare e definire le modalità di interazione più efficienti e convenienti per le parti.  L’obiettivo è portare il biocarburante avanzato, ossia prodotto da effluenti zootecnici, sottoprodotti dell’agro-industria e colture di integrazione, nelle stazioni di servizio del cane a sei zampe, sia a livello della rete stradale che di quella autostradale.

 

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I partner hanno stabilito un quantitativo target di circa 200 milioni di metri cubi di biometano producibile dalle aziende consorziate CIB e ritirabile dalla società energetica. “L’accordo congiunto con Eni testimonia come il biometano, molecola particolarmente flessibile, sia destinato ad avere un ruolo importante nella transizione energetica in corso”, spiega Piero Gattoni, Presidente del Consorzio. “Grazie al lavoro svolto in questi anni dal CIB per favorire l’integrazione del biogas in agricoltura è stato possibile avviare questa proficua interlocuzione e puntare, entro il 2022, all’ambizioso obiettivo di distribuire ben 200 milioni di metri cubi di biometano avanzato, prodotto in modo sostenibile dalle aziende agricole italiane”.

 

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Secondo i dati pubblicati dallo stesso consorzio, l’Italia ha un potenziale di produzione di biometano pari a 10 miliardi di metri cubi. Se tutto il carburante producibile a livello nazionale fosse interamente destinato ai trasporti, come previsto dal relativo decreto, potrebbe alimentare un terzo del parco circolante. In parte le basi sono già state gettate. Oggi sono in circolazione 3.300 autobus a metano e oltre un milione di veicoli leggeri a gas che potrebbero fin da subito passare alla versione “bio”.

Le proiezioni di Snam a lungo termine stimano che questo biofuel riesca a coprire almeno un terzo dei consumi di combustibili per autotrazione, con la parte restante coperta da altre tecnologie alternative, come biocarburanti liquido ed elettrico.