Per ovviare alla possibile crisi energetica i ricercatori dell'INTA hanno ideato un raccoglitore per il metano collegato direttamente allo stomaco dei ruminanti
(Rinnovabili.it) – Le riserve di petrolio si sa, non sono inesauribili ed entro il 2050 il pianeta potrebbe trovarsi nel bel mezzo di una vera e propria crisi energetica. Per aiutare la produzione di energia si sta quindi pensando di sfruttare il più possibile le fonti rinnovabili, e tra queste l’impiego di gas naturale compresso potrebbe dare il contributo che serve.
Ma sfruttare questi gas anche a costo di danneggiare le nostre mandrie ha veramente senso? Partendo dalla consapevolezza che le mucche, oltre a fornire carne bovina, sono una fonte importante di gas da impiegare per la produzione energetica gli esperti dell’Instituto Nacional de Tecnología Agropecuaria (INTA) argentino hanno dimostrato come è possibile catturare metano dai capi di bestiame e utilizzarlo in un secondo momento per la produzione di elettricità e calore.
“Il bestiame rilascia gas a effetto serra (GHG) nell’atmosfera, proponiamo un modo pratico ed economico per catturare queste emissioni e il consumo di energia in sostituzione”, spiega il coordinatore del Animal Physiology INTA Castelar (Buenos Aires), Guillermo Berra. “Una mucca emette circa 300 litri di metano al giorno, che può essere utilizzato per azionare un frigorifero con una capacità di 100 litri ad una temperatura tra i due e i sei gradi per un giorno intero,” afferma Bualo ricordando l’importanza di un simile progetto per le popolazioni che vivono in aree remote.
Una soluzione al problema dell’approvvigionamento energetico che allo stesso tempo potrebbe far scendere la percentuale di inquinanti rilasciati in atmosfera.
Ma come si può riuscire a intrappolare il metano che si forma all’interno del capo di bestiame? Berra sta cercando di trovare un sistema che faciliti l’estrazione ma fino ad oggi quello che appare il metodo migliore ha il sentore di una tortura medievale.
Per catturare i gas i tecnici dell’INTA hanno realizzato un sistema di tubi che entrano direttamente in contatto con l’interno dello stomaco del ruminante riuscendo a riempire col gas un sacchetto di plastica, che viene fissato sulla schiena della mucca come fosse uno zaino.
Secondo il coordinatore del progetto “la quantità di gas raccolti varia a seconda del cibo ingerito e la dimensione del campione. Un bovino adulto, per esempio, emette circa 1.200 litri di gas al giorno, di cui tra 250 e 300 sono metano”. Una volta estratto il gas viene depurato e compresso e inserito in bombole che ne permettono la fruizione. Un metodo efficace, ma ne vale veramente la pena?