Nonostante lo scandalo emissioni e il dieselgate, il numero di veicoli a gasolio risultati fuori norma continua a crescere in Europa: più 18% solo negli ultimi 12 mesi
Il nuovo rapporto di T&E mostra che vi sono ancora 51 milioni di auto diesel Euro 5 ed Euro 6 con valori di NOx superiori ai limiti
(Rinnovabili.it) – Chi ha detto che il diesel è morto? Nonostante gli scossoni degli ultimi anni e le promesse di ecologia delle case automobilistiche, la tecnologia non cede di un millimetro il suo spazio sulle strade europee. Al contrario, negli ultimi anni i furgoni e le auto diesel inquinanti sono aumentati, in barba al recente dieselgate e ai vari scandali emissioni. A rivelarlo è l’ultimo report di Transport&Environment (testo in inglese) che mostra un incremento del 18 per cento negli ultimi 12 mesi e addirittura del 74 per cento dal 2016, per un totale di 51 milioni di veicoli circolanti.
Lo studio prende in esame una materia ben precisa di veicoli: i mezzi diesel Euro 5 e 6 con emissioni di ossidi di azoto (NOx) risultati almeno due volte superiori al limite (per i test NEDC) o almeno tre volte sopra il limite (per i dati del mondo reale).
Nel 2015 la scoperta del software fraudolento installato dalla Volkswagen per barare sulle emissioni ha scoperchiato un vaso di Pandora: in breve tempo si è venuto a sapere che la manipolazione dei test emissivi, in maniera legale e non, fosse una pratica diffusa nel comparto automobilistico. In altre parole, sulla carta i mezzi riportavano dei valori – soprattutto in riferimento ai NOx – completamenti alterati rispetto alla realtà. Nella pratica tuttavia, ben poco è stato fatto per rimuove o ripulire tali veicoli.
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I calcoli, che si basano sulle vendite dal 2008 a oggi e sui nuovi dati emissivi, mostrano come le case automobilistiche stiano continuando a vendere indisturbati tali veicoli. Quasi un quinto di queste auto e furgoni inquinanti si trova in Germania (9,9 milioni), seguita dalla Francia (9,8 milioni) e dal Regno Unito (8,5 milioni). Insieme a Italia, Spagna e Belgio, questi sei paesi rappresentano l’81 per cento della flotta diesel sporca dell’UE.
“È scandaloso vedere il numero di diesel sporchi sulle strade d’Europa aumentare e superare i 50 milioni”, ha commentato Florent Grelier di Transport & Environment. “Questo accade perché le case automobilistiche hanno dato la priorità ai profitti rispetto alla salute delle persone”. Dallo scoppio del dieselgate a oggi , le prime cinque case automobilistiche europee – che hanno venduto oltre i due terzi dei diesel sporchi in circolazione – hanno guadagnato oltre 125 miliardi di euro.
Per mettere un freno al problema, la Federazione europea delle ONG dei trasporti spinge affinché l’Unione Europea coordini i vari richiami sul tutto il territorio, richiedendo ai produttori le stesse soluzioni imposte dagli Stati Uniti e impendendo la registrazione e la vendita di nuovi modelli inquinanti. “I regolatori devono smettere di chiudere un occhio sulla principale fonte di aria tossica – ha aggiunto Grelier – e costringere i produttori a ripulire la flotta ora”.
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