Nel 2023, l’intensità di carbonio dell’economia globale è scesa soltanto dell’1,02%. È la flessione più contenuta dal 2011
Nonostante i record segnati ogni anno dalle rinnovabili e i passi avanti nel ripulire il mix energetico globale, la velocità della decarbonizzazione non è assolutamente sufficiente per mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1,5 gradi. Per un indicatore fondamentale come l’intensità di carbonio dell’economia, ad esempio, stiamo frenando invece di accelerare.
La decarbonizzazione deve correre 20 volte più veloce
Nel 2023, l’intensità di carbonio dell’economia globale è scesa soltanto dell’1,02%. È la flessione più contenuta dal 2011. “Questo rallentamento evidenzia una preoccupante battuta d’arresto negli sforzi per separare la crescita economica dalle emissioni di carbonio”, sottolinea PwC in un’analisi pubblicata di recente.
Numeri alla mano, i ritardi accumulati ci mettono di fronte a un compito quasi insormontabile, che sicuramente richiede un approccio e un’ambizione ben diversi da quelli mostrati di recente. Il tasso di decarbonizzazione anno su anno richiesto per centrare 1,5 gradi, oggi, è schizzato al 20,4%.
Tradotto in termini più chiari: per rispettare l’accordo di Parigi, dobbiamo iniziare una decarbonizzazione 20 volte più veloce di quella conseguita l’anno scorso. Nel 2022, il tasso annuo di decarbonizzazione necessario si attestava al 17,2%.
Per valutare se sia effettivamente possibile conseguire questi risultati e farsi un’idea di che tipo di sforzi servano basta confrontare il tasso di decarbonizzazione necessario con quelli più alti effettivamente conseguiti in passato. Dal 2000, evidenzia il rapporto di PwC, nessun paese del G20 è riuscito ad andare oltre un tasso dell’11,5% in un singolo anno. Il miglior risultato è quello della Francia nel 2014, con -11,08%.
Ma bisognerebbe correre molto più veloce anche se ci volessimo limitare a centrare l’altro obiettivo di Parigi, i 2 gradi. In questo caso, il tasso di decarbonizzazione annuo dovrebbe attestarsi al 6,9%: in pratica, 7 volte più alto di quello del 2023.
“Maggiore è il superamento” degli obiettivi di Parigi, “più grave sarà l’impatto”, sottolinea Emma Cox di PwC. Tuttavia “il divario tra obiettivi e azioni sta aumentando”. “Per ottenere i cambiamenti necessari, dobbiamo espandere l’uso di energia rinnovabile, gestire meglio la domanda di energia e aumentare il supporto finanziario e tecnico per una transizione equa”, conclude.
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