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C’è l’accordo Ue per un 32% nel target energie rinnovabili 2030

Trovata l’intesa tra Parlamento e Consiglio dell’UE sulla direttiva energie rinnovabili: nuovo obiettivo vincolante al 2030, stop all’olio di palma e promozione dell’autoconsumo

target energie rinnovabili 2030

 

Passi avanti sulla direttiva RED II: Nuovo target energie rinnovabili e obiettivi green per i trasporti

(Rinnovabili.it) – Sì a un target energie rinnovabili 2030 del 32%. Dopo un’intera notte di discussioni, i legislatori europei hanno trovato un accordo su uno degli aspetti più delicati del Pacchetto Energia di Bruxelles, ossia la percentuale di energia pulita sui consumi finali. L’annuncio è arrivato via twitter dall’eurodeputato Sean Kelly, uno dei funzionari che siede al tavolo delle negoziazioni tra Parlamento e Consiglio dell’UE.

 

 

Un‘intesa difficile quella raggiunta e di cui circolano ancora pochi dettagli, ma che imprime un’accelerazione sia alla Direttiva Energie Rinnovabili RED II (di cui fa strutturalmente parte) che quella di riforma della Governance sull’Unione Energetica. Il compromesso si basa su un target energie rinnovabili 2030 del 32% “legalmente vincolante” a livello europeo, con una “clausola di revisione al rialzo entro il 2023”. A conti fatti si tratta di 4 punti percentuali in più su quanto inizialmente proposto dalla Commissione europea e richiesto dai Consiglio, ma in tre in meno rispetto la posizione originale di Strasburgo.

Un risultato ritenuto da più parti insufficiente. Per Greenpeace il target energie rinnovabili sarebbe “pericolosamente al di sotto del livello necessario per prevenire catastrofici cambiamenti climatici”. Più positivo il gruppo Climate Action Network Europe che attraverso il suo presidente Wendel Trio bolla l’intesa come “un punto di partenza per aumentare le ambizioni future”.

 

Ma l’elemento chiave dietro all’accordo è cosa i Ventotto abbiano ottenuto in cambio dellapprovazione di questo incremento. Una delle concessioni sembra essere quella sullo stop all’olio di palma nella produzione di biocarburanti. I parlamentari volevano vietarlo dal 2021, l’intesa sposta la data al 2030, aggiungendo  un obiettivo per le energie rinnovabili nei trasporti al 14% entro la stessa data. Sempre sul fronte biofuel, i negoziatori di Strasburgo sono riusciti ad ottenere il congelamento dei cosiddetti biocarburanti di prima generazione come l’etanolo, ai livelli di produzione raggiunti da ciascuno Stato membro dell’UE nel 2020. Di pari passo quelli di seconda generazione (ottenuti dalla cellulosa) sono stati alzati al 3,5% del mix.

 

Un altro punto molto dibattuto nei colloqui relativi alle energie rinnovabili riguarda la promozione dell’autoconsumo e il sostegno ai “cittadini energetici” per usare lo stesso termine impiegato dalla Commissione europea. Nella direttiva trova così spazio l’esenzione dagli oneri di rete per tutte gli impianti su piccola scala, ossia installazioni sotto i 25 kW di potenza. Come spiega Greenpeace, l’accordo tra il Parlamento europeo e i governi dell’UE sancisce il diritto dei cittadini, delle autorità locali, delle piccole imprese e delle cooperative di produrre, consumare, immagazzinare e vendere le proprie energie rinnovabili, senza essere soggetto a tasse punitive o eccessiva burocrazia.

 

La nuova direttiva energie rinnovabili fornirà anche norme sulla progettazione di meccanismi di sostegno volti a garantire la certezza degli investitori. Agli Stati membri sarà consentito lanciare aste specifiche per tecnologia ma dovranno fornire almeno cinque anni di visibilità sul sostegno pubblico, compresi i tempi, i volumi e il budget fissati per le gare.
nel testo è stata inclusa una clausola di protezione degli investimenti che impedisce modifiche retroattive della politica dall’impatto sui progetti esistenti. Inoltre saranno semlificte le procedure di autorizzazione per le installazioni nuove e per gli interventi di repowering, con scadenze più brevi.