Le compagnie energetiche fossili percepiscono sussidi pubblici per 5.300 miliardi di dollari l'anno, vale a dire il 6,5% del Pil mondiale
(Rinnovabili.it) – Ogni minuto che passa i combustibili fossili ricevono 10 milioni di dollari in sussidi a livello mondiale. Provate a calcolare quanto faccia moltiplicato per un anno: oltre 5000 miliardi. Avete capito bene, oltre 5000 miliardi, pari al 6,5% del PIL mondiale, che finiscono diretti a sostegno di carbone, gas e petrolio. La cifra da sola è già impressionante, ma lo diventa ancora se si considera che supera le risorse sanitarie allocate a livello mondiale, parte delle quali sono necessarie proprio per i danni provocati alla salute dalle fonti fossili. Allarmismo? No, semplici calcoli, presentati stavolta dal Fondo Monetario Internazionale che le definisce i contro associati le più grandi esternalità negative mai stimate, in grado di produrre effetti controproducenti su efficienza economica, crescita e uguaglianza.
Sussidi ai combustibili fossili: di cosa si tratta?
Nell’articolo Act Local, Solve Global, l’istituto spiega in cosa consistono le sovvenzioni: la differenza tra ciò che i consumatori pagano per l’energia e il suo “vero costo”, più l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto normale o di vendita di un paese. Questo “vero costo” comprende il costo di approvvigionamento e gli effetti nocivi su persone e ambiente legati a quell’energia, tra cui l’inquinamento e gli eventi meteorologici estremi causati dal climate change, gli incidenti e danni alle strade. Elementi di cui le compagnie energetiche non si fanno carico, scaricando piuttosto ogni responsabilità sui singoli Stati.
Si tratta di una pratica ampiamente diffusa anche se l’Asia da sola concentra circa la metà del totale, mentre le economie avanzate rappresentano circa un quarto. I maggiori contributi, in termini assoluti, si registrano in Cina (2.300 miliardi dollari nel 2015), Stati Uniti (699 miliardi), Russia (335 miliardi), India (277 miliardi) e Giappone (157 miliardi).
Secondo le stime del Fondo Monetario un taglio dei sussidi ai combustibili fossili basterebbe per ottenere a livello globale un taglio delle delle emissioni pari al 20% e una riduzione del 50% le morti premature dovute all’inquinamento.
Eliminando questi aiuti e facendo pagare alle compagnie energetiche i danni che creano, in molti Paesi si potrebbero spingere gli investimenti in infrastrutture, sanità, lotta alla povertà e Stato sociale, ma soprattutto si metterebbero le rinnovabili in grado di competere con gas, carbone e petrolio senza bisogno di nessun incentivo.