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L’UE investe miliardi in gas fossile e carbone nei Balcani

In un rapporto, la rete di ong Bankwatch analizza l’ultima tornata di progetti finanziati da Bruxelles con lo strumento di pre-adesione. E mette in discussione l’idea di puntare sul gas

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Il gas fossile è proposto come alternativa per abbandonare il carbone

(Rinnovabili.it) – Nei Balcani occidentali, l’UE sta finanziando con miliardi di euro decine di progetti inutili, quando non dannosi per il clima e per la stessa sicurezza energetica di quei paesi. In un processo che perdipiù ha ben poca trasparenza. Protagonisti: il fondo di pre-adesione all’UE, il gas fossile e persino il carbone.

La denuncia arriva da Bankwatch, una rete di 17 ong ambientaliste che opera nei Balcani e in Europa orientale. Che ha ottenuto la lista dei progetti appena approvati e in via di valutazione. “La lista contiene molti progetti che sembrano ragionevoli e molto necessari, ma molti altri non sono in linea con la politica e/o la legislazione dell’UE e non devono essere finanziati con il denaro dell’UE”, spiega Bankwatch nel rapporto Flagships or Red Flags?.

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Di che progetti si tratta? Per la maggior parte di opere legate al gas “naturale”. Sono ben 9 i progetti di questa categoria che hanno ricevuto luce verde da Bruxelles, sui 21 approvati nella prima tornata di febbraio 2022. Importo complessivo: 3,2 miliardi di euro. Perlopiù sono interconnessioni di portata regionale, ad esempio tra Macedonia e Grecia o tra Kosovo e Albania.

Il problema, spiega il rapporto, è la ratio dietro a questi finanziamenti. L’idea dell’UE è promuovere il gas fossile come alternativa valida per la transizione dal carbone, su cui si basa per la maggior parte il mix energetico della regione. Ma questo richiede di costruire praticamente ex novo l’infrastruttura necessaria. Una spesa ingente, che incatenerebbe i Balcani occidentali a questa fonte fossile per decenni. Rallentando così lo sviluppo di fonti pulite.

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“I progressi molto lenti della regione nello sviluppo del solare e dell’eolico e nella riduzione degli sprechi energetici, e la riluttanza della maggior parte dei paesi a impegnarsi in scadenze concrete per l’eliminazione del carbone, ci mostrano che non è realistico aspettarsi, se gli investimenti nel gas sono realizzati, che i paesi facciano un’altra transizione dal gas alle rinnovabili fino al 2050”, spiega Bankwatch.

Tra i progetti approvati c’è poi un vero mistero: il finanziamento della miniera a cielo aperto di lignite Zivojno in Macedonia, nei pressi del complesso energetico Bitola. L’ok è arrivato nonostante il paese si sia impegnato ad abbandonare del tutto il carbone nel 2027. Nonostante non sia nei piani strategici per l’energia di Sofia. E nonostante non ricada in nessuna delle categorie di progetti per cui l’UE dà finanziamenti con lo strumento di pre-adesione.