Spiega l’associazione: “Così la green economy non cresce. I nuovi decreti penalizzano gli investimenti delle imprese agricole”
(Rinnovabili.it) – Nonostante la pubblicazione in Gazzetta, e dunque la fine di qualsiasi “tempo supplementare” per modifiche o piccole limature, continuano a piovere critiche e disapprovazioni nei confronti dei due decreti ministeriali sugli incentivi alle rinnovabili. Ad unirsi al coro degli scontenti è oggi Confagricoltura che attraverso una nota stampa fa saper quale danno i due nuovi provvedimenti arrecheranno al settore che rappresenta e perché il ministro alle Politiche Agricole non avrebbe dovuto avvallare la nuova regolamentazione.
Facendo riferimento al V Conto Energia Confagricoltura sottolinea come nel neo regime tariffario i fabbricati rurali, ai fini dell’accesso alle tariffe, non siano equiparati agli altri edifici, come le serre fotovoltaiche abbiano subito un’ulteriore restrizione sulla superficie ricopribile da pannelli, che scende dal 50% al 30% e come “le tariffe onnicomprensive e quelle premio per l’energia consumata in sito” non siano convenienti neppure per i piccoli impianti agricoli per i quali non c’è neppure la priorità di accesso al registro. Non va meglio con il decreto sulle altre rinnovabili elettriche che, secondo l’organizzazione – penalizza i piccoli impianti, come quelli a biogas e prevede tariffe insufficienti per realizzare gli investimenti.
“Quando si parla di green economy il pensiero va al ‘futuro’, senza tener conto del ‘presente’ e dell’attività più ‘green’ che già c’è, cioè quella agricola – conclude Confagricoltura -. Al di là delle singole misure dei due decreti, è inaccettabile la disattenzione complessiva verso le imprese agricole, non favorendo il loro ruolo e trascurando i benefici che ne deriverebbero per l’ambiente e per la collettività”.