Per la quinta volta dal 2003, gl'impianti nucleari in Europa e negli Stati Uniti devono interrompere la produzione di elettricità a causa del surriscaldamento di fiumi e laghi.
Le centrali nucleari sfruttano l’acqua fredda per condensare il vapore e produrre energia termica
(Rinnovabili.it) – Siccità e ondate di calore mettono a rischio il funzionamento delle centrali nucleari in Europa e negli Stati Uniti: dalla fine di giugno, il gestore della rete nucleare francese EDF ha dovuto spegnere 4 reattori nella regione di Bugey, al confine svizzero, così come la centrale di Civaux, nella Nuova Acquitania, a causa dei livelli minimi raggiunti dal fiume Vienne da cui viene prelevata l’acqua di raffreddamento; stesso destino per diverse centrali negli States. Una situazione che ricalca quella vissuta la scorsa estate e che ricorre per la quinta volta dal 2003 dimostrando come anche le fonti considerate “pulite” (la generazione nucleare non produce emissioni di CO2) possano essere affette dal cambiamento climatico.
Le centrali termonucleari generano elettricità alimentando delle turbine con il vapore prodotto dal calore della fissione nucleare: nel processo, la temperatura del vapore diminuisce e perde potenza per far roteare le turbine. Per aumentare le temperature, il vapore deve essere prima condensato utilizzando acqua fredda che viene generalmente prelevata da fiumi o laghi.
Le ondate di calore che hanno investito il centro Europa nelle scorse settimane hanno riscaldato anche le acque dei bacini idrici che risultano quindi inefficaci per alimentare il processo di produzione energetica nucleare. Il rischio siccità, inoltre, costringe le autorità locali a dare priorità ai consumi domestici e agricoli, limitando i prelievi dedicati alle centrali energetiche. Allo stesso tempo, però, la domanda di energia nei periodi più caldi aumenta a causa del massiccio ricorso agli apparati di condizionamento domestico.
La scorsa estate, diverse centrali nucleari in Francia, Germania, Svezia, Svizzera e Finlandia dovettero essere spente o limitate per far fronte all’ondata di caldo che colpì l’Europa. Lo stesso problema si è presentato nel 2003, 2006 e nel 2015.
La generazione nucleare resta una delle principali fonti di elettricità a basse o zero emissioni: in un recente report l’International Energy Association aveva segnalato che l’eventuale calo di produzione da nucleare avrebbe compromesso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e chiedeva ai Governi mondiali maggiori investimenti in manutenzione e aggiornamento delle centrali termoelettriche.