Parte il percorso di aggiornamento degli indirizzi di sviluppo energetico regionali; primo 'step', un provvedimento contingente sul "burden sharing"
(Rinnovabili.it) – Dall’attuale 5% ad un deciso più 14%. Il consumo di energia verde in Friuli Venezia Giulia dovrebbe conquistare 9 punti percentuali da qui al 2020, dando seguito a quanto stabilito dal decreto Burden Sharing – la bozza è già stata licenziata dal Consiglio dei Ministri ed è in attesa dell’ok della Conferenza delle Regioni – che prevede un’equa ripartizione di compiti e responsabilità tra Regioni e Province autonome. L’amministrazione si sta infatti preparando a redigere un nuovo Piano Energetico con cui recepire la direttiva Europea “20-20-20”.
Ad annunciare il nuovo percorso programmatico del FVG è oggi presidente della quarta Commissione del Consiglio (Territorio, Energia e Ambiente) Alessandro Colautti. Nel corso del convegno organizzato questa mattina dal CETA, Centro di ecologia teorica ed applicata di Gorizia, Colautti ha spiegato le prossime mosse territoriali con cui si cercherà di garantire il raggiungimento dell’obiettivo del 14% nei tempi indicati. “Da qui l’avvio del percorso di aggiornamento del Piano energetico del 2007, ormai superato, che avrà come primo ‘step’ un provvedimento contingente sul burden sharing”. Un Piano destinato ad essere, continua il presidente, “autentico motore dello sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia, elemento essenziale per la ripresa produttiva, per il raggiungimento di maggiore competitività e quindi per il superamento dell’attuale crisi, grazie ad una disponibilità in tutta sicurezza di energia sufficiente, rispettosa dell’ambiente e più a buon mercato”.
“Finora la mancanza di scelte in termini energetici in Italia ci ha penalizzato” ha aggiunto il presidente della Camera di commercio Giovanni Da Pozzo. “Noi ci auguriamo che a livello regionale vi sia un approccio dinamico su questi temi, in quanto in particolare il sistema manifatturiero ha come suo problema principale quello dei costi dell’energia. Un discorso che riguarda soprattutto i settori produttivi ma che inevitabilmente si ripercuote anche sul privato cittadino”.